Continua a non trovarsi Yana Malayko, la 23enne ucraina scomparsa lo scorso 19 gennaio dalla provincia di Mantova e per la cui sparizione si trova in carcere l’ex fidanzato Dumitru Stratan. Mattino 5 ha oggi avuto in collegamento il padre della povera Yana Malayko, Oleksandr, che ha spiegato: “Cercherò ogni giorno mia figlia fino a che non la trovo. Ieri così come gli altri giorni, da qui assieme ai meravigliosi italiani volontari, stiamo cercando nei campi mia figlia. Ovviamente sono il papà e spero di trovarla”.
Quindi il papà di Yana Malayko ha continuato: “Aveva paura? Lei era forte, l’ho cresciuta come una persona forte e non si lamentava mai. Sa come difendersi, gli ultimi nostri discorsi erano sull’appartamento, sulla sua vita che stava pianificando. Non aveva paura non teme nessuno”.
YANA MALAYKO, IL PAPA’: “ERA IL MIO SOLE E IL MIO CUORE”
Dumitru, in carcere, non parla ma le telecamere che lo hanno ripreso nella notte fra il 19 e il 20 gennaio fuori dalla casa di Yana Malayko, mostrano lo stesso con un inquietante sacco nero: cosa vi è dentro? “Ieri ci sono stati degli amici con dei droni professionali – ha ripreso la parola il padre di Yana – abbiamo controllato tante zone assieme a parenti, amici e volontari. Vi sono circa 200/300 persone che mi stanno aiutando e vorrei ringraziare ognuno di loro”.
Ma se il padre di Yana Malayko avesse davanti Dumitru cosa gli direbbe? “Non so, mia figlia ha diritto di tornare a casa, la mia famiglia ha il diritto di avere un posto dove piangere. Lui non può cambiare più niente ormai, che dica dove sia mia figlia, io non riesco più a vivere non sapendo dove lei si trova”. Secondo quanto svelato da Emanuele Canta in diretta a Mattino 5, per diverse ore il cadavere di Yana sarebbe rimasto nel bagagliaio dell’auto che era rimasta impantanata nelle campagne, e poi portato via non si sa bene dove. “Io non mi fermo fino a che non la trovo – ha spiegato di nuovo il padre – era il mio sole e il mio cuore, una persona non vive senza sole e senza cuore. Io devo trovarla, dobbiamo avere un posto dove piangerla, non mi fermerò mai”.