Marco Minniti, ex ministro dell’Interno durante l’esecutivo Gentiloni e oggi presidente della Fondazione “Med-Or”, è intervenuto ai microfoni della trasmissione televisiva di Rete 4 “Quarta Repubblica”, condotta da Nicola Porro e andata in onda nella serata di lunedì 11 aprile 2022. A proposito della guerra in Ucraina, Minniti ha asserito: “Il tema che si sta ponendo non è andare a morire per Mariupol o per Kiev, bensì vedere se è possibile aiutare gli invasi, che hanno subìto un’aggressione”.



Come fornire aiuto? “Si può fare avendo un approccio ibrido, che è quasi in contraddizione con le cose chiare e nette. Occorre fornire armi per potersi difendere, per potere difendere le case, le famiglie, le proprie mamme e contemporaneamente non fare nulla che possa fare salire la tensione. In questo senso va letta la no-fly zone: se la NATO l’avesse decretata, questo avrebbe condotto a un immediato confronto militare con gli aerei russi, dando il via probabilmente alla Terza Guerra Mondiale”.



MARCO MINNITI: “NON SOPRAFFARE GLI INVASI E NON RENDERE LA VITA MOLTO SEMPLICE AGLI INVASORI”

Nel prosieguo di “Quarta Repubblica”, Marco Minniti ha fornito la sua personale ricetta relativa all’approccio ibrido: “Non fare sopraffare gli invasi e non rendere la vita molto semplice agli invasori. Il punto è che i russi non si sono ritirati da Kiev perché intelligenti, ma perché hanno subìto uno scacco, una sconfitta. Poi, naturalmente, la Russia è un grande Paese, ma intanto ha incassato una sconfitta inimmaginabile”.

Quarantotto ore prima dell’invasione in quanto tale, Putin al Consiglio Supremo di Difesa disse che la Crimea e il Donbass erano zone russe e Minniti, in tal senso, ha dichiarato: “Sembrava che Putin avesse chiuso la questione con queste parole. Noi stiamo ritornando sempre lì: non si capisce per quale ragione quello che lui poteva avere senza fare una guerra, adesso deve averlo pensando a una straordinaria iniziativa militare”.