COS’È SUCCESSO SABATO IN PIAZZA A BOLOGNA FRA CASAPOUND, POLIZIA E ANTAGONISTI ANTIFASCISTI: TUTTI I FATTI
Scontri durissimi con antifascisti che si scagliano contro 7 agenti di polizia a Bologna, nel tentativo di raggiungere e impedire un corteo di CasaPound poco vicino: nella confusione, aggredito e pestato anche un passante che nulla c’entrava con le manifestazioni. Non è direttamene collegato ma continuare a parlare di “rivolta sociale” forse non aiuta un clima politico e sociale che ribolle specie in una città storicamente “antagonista” come Bologna: quanto avvenuto sabato 9 novembre 2024 attorno al parco di Montagnola ha dell’incredibile, se non fosse uno scenario già più volte visto in Italia e purtroppo anche nella città “rossa” per eccellenza.
Ad una settimana esatta dalle Elezioni Regionali in Emilia Romagna, un corteo organizzato da CasaPound e Rete dei patrioti ottiene dalla questura regolare permesso per una manifestazione ed immediata è la richiesta della sinistra bolognese di vietare il corteo dell’estrema destra, con richiesta di sospensione/ritiro. In piazza sabato anche la leader Pd Elly Schlein e il segretario di Sinistra Italia Nicola Fratoianni partecipano al comizio degli antifascisti che protesta vistosamente contro CasaPound: a quel punto scatta il caos, dal corteo di un migliaio di antagonisti, anarchici, centri sociali e sinistre varie, si staccano in 300 con volto coperto e puntano dritto verso il corteo della destra estrema (fino a quel momento pacifica e senza scontro alcuno).
I fatti di Bologna a questo punto si arricchiscono delle testimonianze video diffuse dal TgR dell’Emilia Romagna: con spranghe, sassi e bandiere, il gruppo di antifascisti si stacca e mira CasaPound trovandosi davanti 7 poliziotti intenti a “proteggere” il corteo regolarmente approvato dalla prefettura. Qui nascono gli scontri indegni visti nelle immagini dei tg nazionali da ormai 12 ore: l’attacco contro gli agenti, la replica coi manganelli dei pochi poliziotti presenti, il clima che si infiamma per qualche ora e un bilancio grave ma per fortuna non gravissimo. Un passante menato con taglio sulla fronte, 3 agenti feriti da bottiglie e bombe carta, alcuni antagonisti medicati sul posto ma non gravi.
SCHLEIN CON I COLLETTIVI, LA POLEMICA COL GOVERNO E LA DURA CONDANNA DI MELONI: È PARTITA LA “RIVOLTA SOCIALE”?
«I fascisti non li vogliamo in una città rossa come Bologna», urla al megafono uno degli organizzatori del corteo antifascista a cui poco prima avevano partecipato anche Schlein e Fratoianni. Secondo il questore di Bologna, Antonio Sbordone, ha lodato l’intervento delle forze dell’ordine che ha evitato il peggiorare della situazione, manifestando solidarietà per i 3 agenti rimasti feriti. «Abbiamo garantito a tutti il diritto di manifestare, primario compito di una polizia democratica al servizio di uno Stato democratico», spiega ancora il questore condannando le violenze lanciate contro chi stava semplicemente svolgendo il proprio lavoro di pubblica sicurezza.
Secondo il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, gli scontri con i facinorosi sono un’ulteriore grave notizia dopo i precedenti negli ultimi mesi, con l’appello a tutte le forze politiche che prendano le distanze dai violenti di qualsiasi colore politico siano. Per il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, in Emilia Romagna per la campagna elettorale delle Regionali, gli scontri di Bologna sono l’ennesima dimostrazione di «delinquenti rossi che danno la caccia al poliziotto in città, sono da incarcerare».
Ma a sollevare polemiche è stata soprattutto la presenza della segretaria Pd alla manifestazione anti-CasaPound prima degli scontri, con Schlein che ha preferito finora non commentare quanto avvenuto nel centro di Bologna. Ed è a lei che sembra parlare la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel messaggio social diffuso sabato sera: al netto della solidarietà ai poliziotti feriti da lanci di sassi e petardi, il problema è il «constatare che certa sinistra continui a tollerare e, talvolta, a foraggiare questi facinorosi, anziché condannare apertamente». Gli scontri di Bologna non sono ovviamente collegati alla richiesta del leader CGIL di iniziare una «rivolta sociale contro la Manovra», in vista degli scioperi di fine novembre: eppure il clima instaurato – nel weekend a Milano giovani “pro-Pal” hanno manifestato solidarizzando con le aggressioni ai tifosi ebrei ad Amsterdam lo scorso giovedì – è tutt’altro che positivo e tranquillo. Il diritto a manifestare è sacrosanto, ma lo è anche evitare la violenza e la deriva di uno scontro ideologico che rischia di far implodere la tenuta sociale.