IL VOTO SU VON DER LEYEN APRE LO SCONTRO FRA LEGA E FORZA ITALIA: “IMBARAZZANTE VOTARE CON SCHLEIN”

Dal canone Rai fino all’aeroporto dedicato a Berlusconi, passando per la vera pietra della “discordia” ovvero il voto sulla “nuova” Commissione Europea con Ursula Von der Leyen sempre al comando: lo scontro di questi ultimi giorni tra Lega e Forza Italia si è infiammato dopo il botta e risposta tra i due partiti di Centrodestra in merito al sostegno dato da Tajani alla leader PPE, nonostante la presenza in maggioranza dei Verdi e del Partito Socialista. A rendere particolarmente “tese” le “storie” tra Lega e Forza Italia ci ha pensato il vicepremier azzurro con il suo intervento all’evento “Anuman” dedicato ai giovani forzisti: «Forza Italia è coerente con il mandato bis a Von der Leyen ma restiamo distanti dalla sinistra».



Secondo Tajani infatti sarebbe puerile ritenere che FI sia legata a Verdi o Sinistra, anche perché il fronte del “No” a Von der Leyen è composto dalle destre, da Salis, Conte e Fratoianni: «Nella futura Commissione europea ci sarà una maggioranza relativa di commissari del Ppe. Quindi il Ppe darà la linea e darà le carte». È molto dura la replica della Lega, con Salvini che ancora ieri sottolineava come molto grave la scelta di chi ha votato Ursula «insieme a Schlein e ai Verdi»: sono poi fonti del Carroccio all’ANSA a confermare come il voto per Von der Leyen con questa maggioranza, «è imbarazzante. Meglio senza vicepresidenti che con Verdi e sinistre».



TAJANI REPLICA: “PATRIOTI INIFLUENTI, PPE DÀ LE CARTE”. FDI AVVERTE IL GOVERNO: “STOP CON LE TENSIONI O…”

A quel punto è il vicepremier in quota Forza Italia, Antonio Tajani, a contro intervenire dalle colonne del “Corriere della Sera” spiegando come «noi siamo influenti nella governance Ue, i Patrioti sono ininfluenti. Avendo due donne del Ppe ai vertici dell’Europa siamo una garanzia per la stabilità delle istituzioni europee». Sempre all’evento dei giovani di Forza Italia, il Ministro degli Esteri aveva spiegato agli alleati della Lega come col PPE sarà possibile dare la linea politica e le “carte” per il programma della Commissione, «noi di Forza Italia staremo nella cabina di comando».



In merito invece alla posizione di FdI, che pure ha deciso di non votare Von der Leyen in Parlamento Ue, Tajani tiene un atteggiamento più morbido: «I Conservatori hanno cariche in Europa, e il capo del governo italiano in Consiglio si è astenuta su von der Leyen, non ha votato contro né ha usato toni critici dopo. Non si è trovata d’accordo sul programma, ma ha ampio margine per trattare sui ruoli in commissione e ha noi, nel Ppe, che rappresentiamo la seconda forza del governo». Lo scontro insomma non si placa e sebbene la distanza tra Tajani e Salvini è stata presente fin dall’inizio del Governo Meloni senza mai intaccare i voti e le riforme più importanti – dove il Centrodestra ha sempre trovato la quadra e la sintesi unitaria – è “costretto” ad intervenire Fratelli d’Italia con un avviso-ultimatum lanciato agli alleati a Palazzo Chigi: «Registriamo una certa fibrillazione determinata dalla campagna elettorale per le europee, con qualche straccio che è volato per la scelta della presidente della commissione», così all’ANSA parla il vicecapogruppo di FdI al Senato, Raffaele Speranzon. Secondo il diplomatico meloniano, l’intero gruppo al Governo farà il possibile per trovare la piena disponibilità di tutti gli alleati a realizzare il programma elettorale, ma avverte «Se dovessimo riscontrare una direzione diversa da questa, porremo una questione politica all’interno della coalizione». Tradotto dal “politichese” significa che se lo scontro Lega-Forza Italia prosegue si potrebbe anche arrivare ad una resa dei conti generale con i tre leader, con scenari imprevedibili per quanto riguarda eventuali accordi, rimpasti ed eventuali “strappi”.