Botta e risposta accesissimo tra Giorgia Meloni e Lilli Gruber. Tutto è nato a causa di un’affermazione piuttosto forte della giornalista nel corso della puntata del suo “Otto e mezzo” dedicata all’omicidio di Giulia Cecchettin. “Giulia Cecchettin, un ‘omicidio di Stato’?” il titolo dell’appuntamento, con la presentatrice che ha affermato che “non si può negare che in Italia ci sia una forte cultura patriarcale e che questa destra-destra al potere non la stia contrastando tanto”. La replica del premier non è tardata ad arrivare. “Non so come facciano certe persone a trovare il coraggio di strumentalizzare anche le tragedie più orribili pur di attaccare il governo. Ora la nuova bizzarra tesi sostenuta da Lilli Gruber nella sua trasmissione di ieri sera è che io sarei espressione di una cultura patriarcale”, le parole di Meloni sui social, didascalia di una foto che la ritrae insieme alla figlia, alla madre e alla nonna: “Come chiaramente si evince da questa foto che ritrae ben quattro generazioni di “cultura patriarcale” della mia famiglia. Davvero senza parole”.
Lo scontro tra Meloni e Gruber
Non è tardata ad arrivare la contro-replica della Gruber. “Ringrazio Giorgia Meloni per l’attacco, che considero una prima dimostrazione della sua volontà di aprire un dialogo costruttivo con la stampa, un esercizio di democrazia al quale lei è poco abituata. Le porte di Otto e mezzo sono sempre aperte”, le parole della giornalista: “Ritengo comunque che sia sempre pericoloso, per il buon funzionamento democratico, quando un/una presidente del Consiglio attacca direttamente la stampa e singoli giornalisti. Per fortuna, il diritto al pensiero libero e critico è ancora ben tutelato dalla nostra Costituzione”. Uno scontro che ha tenuto banco a livello politico e non sono mancate le reazioni di maggioranza ed esposizione. Dalla parte del premier anche Carlo Calenda: “Adesso che la prima presidente del consiglio donna, arrivata a palazzo Chigi da sola, senza imprimatur di un maschio, sia pure patriarcale mi sembra una tesi azzardata. Critiche di merito all’operato di Giorgia Meloni ne abbiamo finché si vuole ma cerchiamo di essere obiettivi”.