È ancora scontro tra istituzioni europee e Polonia. Il Parlamento europeo ha condannato il tentativo polacco “di minare il primato del diritto comunitario” e ha chiesto al Consiglio e alla Commissione di “proteggere il popolo e l’Unione europea”. La diatriba riguarda le decisioni del Tribunale costituzionale polacco in tema di valori che contraddicono e vanno in contrasto con quelle europee: in una risoluzione approvata giovedì con 502 voti favorevoli, 153 contrari e 16 astensioni, i deputati del Parlamento europeo hanno sottolineato che il Tribunale costituzionale polacco “manca di validità giuridica e indipendenza ed è privo di qualifiche per interpretare la costituzione del paese”.



Secondo l’Unione europea, il Tribunale polacco è stato trasformato “in uno strumento per legalizzare le attività illegali delle autorità”. In un suo testo, il Parlamento ha sostenuto le manifestazioni di protesta pacifica contro le decisioni delle autorità polacche e anche quei giudici polacchi che applicano ancora il primato del diritto dell’Ue.



PARLAMENTO UE: “POLONIA, RISCHIO PROCEDURA D’INFRAZIONE”

Il Parlamento europeo ha ribadito che, secondo la costituzione della Polonia, i trattati dell’Unione devono essere applicati e prevalgono in caso di conflitto. I deputati accusano il primo ministro polacco di “utilizzare indebitamente il potere giudiziario come strumento per realizzare la propria agenda politica”. L’Unione europea minaccia la Polonia di bloccare i fondi comunitari: “Il denaro dei contribuenti dell’Ue – sottolinea il Parlamento – non va concesso ai governi che in modo flagrante, mirato e sistematico minano i valori europei”.



Il Parlamento si rivolge quindi agli altri organi europei, chiedendo a Commissione e Consiglio di intraprendere azioni urgenti e coordinate. Tra queste: avviare procedure di infrazione, chiedendo misure provvisorie da parte della Corte di giustizia dell’UE; avviare il regolamento sulla condizionalità dello Stato di diritto; astenersi dall’approvare il progetto del Piano polacco di ripresa; dichiarare che esiste un evidente rischio di violazione grave dello Stato di diritto da parte della Polonia; interrompere o sospendere i pagamenti, dato il rischio di gravi carenze nei sistemi di controllo; discutere la crisi dello Stato di diritto in Polonia nel corso del Consiglio europeo del 21-22 ottobre, ed emanare una dichiarazione comune sulla questione nei termini più forti possibili, firmata dai capi di stato e di governo dell’Ue.