Ieri mattina hanno perso la vita due piloti. Erano alla guida di due velivoli U-208 del 60esimo Stormo di Guidonia per una missione addestrativa pre-pianificata.
Niente avrebbe fatto presagire la tragedia: le due vittime, il tenente colonnello Giuseppe Cipriano nato nel 1975 e il maggiore Marco Meneghello del 1977, “erano piloti esperti, volavano su diversi mezzi e da molti anni erano in forze al 60esimo Stormo e al Gruppo volo di Guidonia” come dichiarato dal generale dell’aeronautica Silvano Frigerio.
Nessuna ipotesi è ancora emersa sulle cause che hanno determinato la collisione fra i due aerei precipitati nei pressi dell’aeroporto militare. Ma il brivido che ha scosso i primi testimoni della tragedia ha aperto una voragine di domande non soltanto sulla dinamica di un incidente che appare inspiegabile: sarebbe bastato poco e la sciagura avrebbe potuto dilatarsi diventando una tragedia di immani proporzioni.
La circostanza, pur nell’atroce situazione che non ha lasciato scampo ai due piloti, ha rivelato immediatamente una provvidenziale imprevedibilità: i due aerei, che quasi sicuramente sarebbero potuti cadere all’interno del centro abitato causando una vera strage, sono invece precipitati al suolo senza colpire le case. Un velivolo è finito in un prato, l’altro, pur cadendo all’interno del centro abitato, ha solo sfiorato le palazzine.
Pare probabile che non si tratti di pura casualità, ma di un audace tentativo da parte dei due piloti di far di tutto per evitare una tragedia: non si saprà forse mai cosa è passato nella loro mente in quegli ultimi istanti di vita, quale slancio abbia fatto sobbalzare il loro cuore in un estremo istinto di conservazione rivolto ad altri, orientato a preservare l’incolumità di altri esseri umani.
Impressiona, immaginando quegli istanti drammatici, una decisione istantanea, all’unisono, quasi un’intesa nel cogliere il valore più prezioso offrendo la propria vita perché altri vivano.
Nella commozione di quell’imprevista salvezza, qualcuno si è chiesto se ci si trovava di fronte a un miracolo o a un gesto di eroismo. In realtà le due ipotesi si incontrano: in fondo il miracolo è qualcosa di imprevedibile che cambia una situazione, la salva dal pericolo e da una prevedibile sciagura. Ed è proprio questo che i due giovani piloti, con il loro lo slancio eroico, lasciano come una scia di speranza, come il segno di una vittoria della vita sulla morte.
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