Quello che colpisce dell’azione di papa Francesco riguardo alla guerra in Ucraina non è tanto un’esortazione che deriva dai dettami del cristianesimo, un ruolo che deve esserci, ma che rimane al momento inascoltato, tollerato con qualche fastidio per la sua insistenza, ma assolutamente ininfluente sugli svolgimenti in corso. Al contrario l’azione del Papa colpisce per la laicità di una presenza che in primo luogo cerca di salvare la ragione e quindi di conseguenza la civiltà umana che può dirsi tale se afferma questa dimensione fondamentale dell’umano.



Perché salva la ragione? In primo luogo, perché tende a tenere presenti tutti i fattori coinvolti in questa guerra e quindi ad aprire varchi d’intervento per arrivare alla pace. Certamente il primo dato è l’aggressione della Russia all’Ucraina che non può essere giustificato in alcun modo, ma adottare come schema di lettura solo questo dato significa che l’unica opzione possibile è la guerra. La realtà, invece, è più complessa e se si vuole avere un quadro ragionevole occorre tenere presenti altri fattori, astenendosi di entrare anche nel merito degli stessi e quindi senza avere alcuna preoccupazione giustificativa di un’aggressione che rimane tale.



Certamente un dato della realtà da considerare è la guerra nel Donbass che durava da 8 anni prima dell’inizio dell’invasione, come pure la tensione continua Nato-Russia sul tema dei confini. L’altra dato incontrovertibile che Papa Francesco ha continuamente sollevato negli ultimi anni è quello della Terza guerra mondiale a pezzi in atto, ovvero i conflitti regionali in corso hanno quasi tutti una presenza diretta o indiretta delle grandi potenze mondiali che si stanno fronteggiando per interposta persona in una continua escalation.

Non esiste da tempo un ordine mondiale condiviso, ma le grandi potenze, gli Usa con i suoi alleati e la Cina con i suoi alleati sono in guerra in quanto da una parte si difende una supremazia nella guida dell’ordine mondiale e dall’altra la si contesta chiedendo un nuovo equilibrio. L’uso della ragione per affermarsi deve avere una coscienza di tutti i fattori della realtà, ma deve anche sottomettersi all’esperienza storica per arrivare a un giudizio. La domanda che oggettivamente si pone allora è questa: lo schema della deterrenza ha avuto un successo per assicurare la pace nel mondo? Guardando la storia degli ultimi 80 anni si osserva che lo schema della deterrenza nucleare e militare ha innescato una continua crescita negli armamenti e nelle guerre. Lo schema della deterrenza è fallito storicamente in quanto invece di portarci alla pace ci sta portando progressivamente “sull’orlo dell’abisso”.



C’è una terzo aspetto della ragione che papa Francesco salva che è connesso al tema della persona. Nella sua azione instancabile per arrivare alla pace, il Pontefice sta affermando il valore dell’io come bene primario non ricorrendo solo a una visione morale, ma al contrario a una visione antropologica da cui deriva anche una morale. Nell’uomo Francesco riconosce un dato naturale, un’esperienza elementare fatta di evidenze ed esigenze primarie che lo pongono al centro dell’universo in quanto luogo che seppur fragilissimo è il punto di coscienza dell’universo stesso. In tal modo, Francesco afferma il valore assoluto della persona che è primario rispetto a tutto il resto e pertanto occorre fare di tutto per preservarlo, per difenderlo.

Affermando questo valore della persona ne sostiene anche la preminenza rispetto ad altre appartenenze che sono umane solo se riconoscono tale valore primario. Una nazione, uno Stato, un impero, una etnia che antepongano la propria affermazione al riconoscimento del valore del singolo io diventano sempre disumane. Le decine di migliaia di morti sacrificati dal potere ucraino e russo lasciando nel dolore migliaia di famiglie per avere una “vittoria simbolica” a Bakhmut è umano?

Da tutte queste considerazioni si comprende la ragionevolezza della proposta del Papa di procedere a una tregua e iniziare un dialogo che porti a una soluzione pacifica condivisa e progressivamente a un nuovo ordine mondiale accettato. Papa Francesco difende l’uso della ragione e quindi la possibilità che una civiltà dell’umano permanga nella storia. A ciascuno di noi la scelta se diventare schiavo di una delle propagande che si fronteggiano e che ci stanno portando progressivamente a tristi capitoli finali oppure esercitare la libertà di un giudizio che nasce dalle evidenze di un cuore umano che nei suoi dati originari è uguale per tutti.

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