La scoperta dell’America compie 530 anni. Tanti ne sono passati da quanto Cristoforo Colombo toccò terra nell’isola di San Salvador con le sue tre caravelle, al soldo dei sovrani di Spagna. Quel viaggio nell’oceano Atlantico intrapreso per navigare verso ovest alla ricerca di una via marittima per le Indie portò ad una scoperta che inizialmente fu inconsapevole, perché il navigatore genovese non si rese subito conto di essere arrivato in un nuovo continente. Dunque, il 12 ottobre 1949 è una data iconica, che ha stravolto la storia, perché furono rivoluzionate le mappe del pianeta in seguito alla scoperta dell’America. Cominciò anche un’epoca fatta di commerci e colonizzazioni europee.



Cristoforo Colombo salpò da Palos il 3 agosto 1492, dopo anni di attesa del via libera dei reali. Partì con tre caravelle, la Niña, la Pinta e la Santa María. Fecero tappa alle Canarie, poi presero il largo nell’Atlantico vedendo solo acqua per un mese. Infatti, gli equipaggi erano sempre più preoccupati, fino a quando la notte del 12 ottobre venne avvistata terra. Avevano appena fatto la scoperta dell’America.



SCOPERTA AMERICA, IL VIAGGIO DI CRISTOFORO COLOMBO

Tramite un varco nella barriera corallina, quel giorno si trovò un punto giusto per attraccare, poi lo sbarco avvenne intorno a mezzogiorno. L’isola venne chiamata San Salvador. Ma l’esplorazione dell’isola non diede i risultati sperati, perché non furono trovate le ricchezze descritte da Marco Polo. Quindi, il viaggio proseguì toccando terra in altre isole, con Cuba che fu scambiata da Cristoforo Colombo per il Giappone o la Cina. Sempre cercando oro, fu esplorata Haiti, che all’epoca venne ribattezzata Hispaniola. Ad un certo punto furono costretti ad abbandonare la Santa Maria, inoltre prima del viaggio di ritorno gli equipaggi furono attaccati da una tribù ostile. Il 16 gennaio 1493 ripartirono, attraccando alle Azzorre e arrivando poi a Lisbona il 4 marzo, prima di rientrare in Spagna. Qui i sovrani sollecitarono Cristoforo Colombo intraprendere un altro viaggio: erano convinti che fossero arrivati in Giappone. Il navigatore fece altri tre viaggi: nel primo scoprì altre isole, nel secondo arrivò nell’America del Sud, nel quarto arrivò nell’America centrale. Solo Amerigo Vespucci nel 1507 intuì che era un nuovo continente, per questo si parla di scoperta dell’America. Una scoperta così epocale che gli storici la fecero coincidere con la fine del Medioevo.



LO STUDIO CHE RETRODATA LA SCOPERTA DELL’AMERICA

Ma uno studio dell’Università Statale di Milano, scoprendo un riferimento inedito in un’opera medievale del 1340, ritiene che la scoperta dell’America vada retrodatata. La nuova teoria è dello studioso Ruggero Marino, secondo cui Cristoforo Colombo conosceva la rotta, perché forse l’aveva percorsa in precedenza. Nel libro in questione si parla del viaggio del navigatore nella vita di Papa Innocenzo VIII, non nella biografia di Papa Alessandro VI. Ma il primo morì il 25 luglio 1492, prima che Cristoforo Colombo partisse, mentre la scoperta dell’America sarebbe avvenuta sotto il Pontificato di Rodrigo Borgia, cioè Alessandro VI. Quindi, la scoperta andrebbe anticipata anche perché fu Innocenzo VIII a finanziare il viaggio. L’ipotesi dello studioso è che Papa Alessandro VI essendo spagnolo abbia voluto “scippare” la scoperta alla Chiesa, regalandola alla Spagna. Ci sono poi il contratto firmato da Colombo con i reali spagnoli, in cui si parla di un viaggio nelle Indie “che ha scoperto”, quindi con l’uso del verbo al tempo passato; inoltre, lo storico spagnolo di corte Gonzalo Fernández de Oviedo scrisse che Cristoforo Colombo fece la scoperta dell’America nel 1491.