Covid, pubblicato sulla rivista scientifica Chemical Science un nuovo studio australiano condotto dalla Curtin University che ha dimostrato che alcuni materiali comuni come rame, silicio e oro riescono a catturare il virus e ad intrappolarlo sulla superficie limitandone la diffusione.

La ricerca è partita dall’esigenza di scoprire quanto i coronavirus potessero vivere sulle superfici, e come questo contribuisce a diffonderne il contagio. Ne è emerso un dato importante che ha dimostrato che il Covid in realtà viene trasmesso per la maggior parte delle volte esclusivamente tramite vie aeree. Cioè respirando in prossimità di goccioline di aerosol prodotte da soggetti infetti.



Però, come evidenziato dallo studio, le stesse particelle quando si appoggiano ad una superficie possono restare attive anche per giorni. Ma tutto dipende dal materiale sul quale si depositano. Infatti oggetto dello studio era proprio rilevare quali fossero i tipi di superfici più pericolosi per la trasmissione del virus attraverso il contatto con le mani. Gli scienziati sono riusciti a dimostrare non solo che il coronavirus è più vitale su materiali come plastica, acciaio e cartone, sui quali può restare attivo fino a tre giorni, ma anche che su altre superfici è come se venisse catturato limitandone così la diffusione.



Covid: virus catturato dai metalli e distrutto da elettricità

Lo studio australiano ha dimostrato che se le goccioline infette di coronavirus si appoggiano a determinati materiali, la diffusione è altamente limitata.  La ricerca ha scoperto che in particolare su silicio, oro e rame, il virus è come se venisse intrappolato. Il funzionamento del meccanismo è stato spiegato attraverso lo studio della proteina spike, che si trova all’estremità dei coronavirus. Questa proteina si appoggia alle superfici, ma quando incontra oro silicio e rame si forma un legame chimico profondo che fa in modo che il virus venga catturato impedendo così un’ulteriore diffusione nell’aria del virus e la contaminazione di altri oggetti e parti del corpo.



L’importanza di questa scoperta sarà fondamentale per la produzione di nuovi dispositivi anti contagio, ma non solo. Come hanno spiegato anche i ricercatori coinvolti. Potranno infatti essere impiegate particelle di questi metalli per la produzione di rivestimenti ed inserite nei filtri dell’aria per limitare il diffondersi di ulteriori epidemie. Oltre alla scoperta dei materiali cattura virus c’è anche un’altra interessante pubblicazione condotta dal team di ricerca australiano. L’utilizzo della corrente elettrica per neutralizzare il Covid. Essam Dief, coautore dello studio ha dichiarato: “in seguito all’applicazione di impulsi elettrici, è stata la scoperta che la struttura della proteina spike è cambiata, e in relazione a una certa intensità degli impulsi, viene distrutta. Ne consegue che i campi elettrici possono potenzialmente disattivare i coronavirus“.