Nel cervello degli esseri umani ci sono gruppi di neuroni che si attivano alla vista del cibo in modo selettivo. A scoprirli sono stati i ricercatori guidati da Nancy Kanwisher, professoressa di neuroscienze cognitive e ricercatrice del MIT’s Mc Govern Institute for Brain Research and Center for Brains, Minds, and Machines in uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology. Questi neuroni si trovano nel flusso ventrale, uno dei due percorsi della visione, ed è orientato verso il lobo temporale, che ad esempio individua cosa sono gli oggetti osservati. Mentre l’altro flusso è quello che serve alla localizzazione spaziale. Questi neuroni sono vicini ad altri che si attivano per facce, corpi e luoghi.



La scoperta è stata fatta esaminando un maxi database di immagini ottenute con la risonanza magnetica funzionale (fMIR) su un campione di otto persone, poi è seguito un lavoro di interpretazione dei dati, visto che il cibo è fatto di “oggetti” molto diversi dal punto di vista visivo. Quindi, per essere sicuri della propria scoperta, i ricercatori hanno provato a capire se si riusciva ad “ingannare” questi neuroni usando oggetti potenzialmente simili ma appartenenti a categorie diverse. Ebbene, l’attivazione è stata registrata solo quando c’era cibo vero.



REAZIONE NEURONI CAMBIA IN BASE ALL’ALIMENTO…

I neuroni si sono attivati in maniera ancor più evidente con cibi ritenuti molto appetibili, come la pizza, che ha avuto un riscontro maggiore rispetto alla mela. La prossima sfida dei ricercatori è esplorare come la risposta dei neuroni incide su cibi familiari, graditi o sgraditi. Questa scoperta, comunque, affonda le radici su un lavoro cominciato oltre vent’anni fa, quando la professoressa Nancy Kanwisher, studiando il flusso visivo ventrale, scoprì regioni corticali che rispondono in maniera selettiva ai voli. Poi con altri scienziati scoprì alcune regioni che rispondono in maniera selettiva a luoghi, corpi o parole.



Per arrivare a questa scoperta, però, hanno dovuto applicare un metodo matematico che ha permesso loro di scoprire popolazioni neurali che non possono essere identificate dai tradizionali dati fMRI. Così hanno scoperto una popolazione di neuroni che si “attivano” con il cibo. Meenakshi Khosla aggiunge: «All’inizio siamo rimasti piuttosto perplessi perché il cibo non è una categoria visivamente omogenea. Cose come mele, mais e pasta sembrano tutte così diverse l’una dall’altra, eppure abbiamo trovato un’unica popolazione che risponde in modo simile a tutti questi diversi prodotti alimentari».