Lando Maria Sileoni, sindacalista del settore bancario, a “Coffee Break” su La7 ha parlato della regola EBA entrata in vigore a gennaio riguardo lo scoperto in banca. In pratica, non si può far andare in rosso il conto corrente bancario o saltare le rate del mutuo. «È uno dei tanti problemi che stanno mettendo in ginocchio migliaia di famiglie e imprese», la premessa del segretario generale di Fabi. L’impatto è enorme perché si tratta di una norma che riguarda 15 milioni di clienti. «Era rimasta sospesa per quattro anni. Ora è vietato il rosso e lo scoperto sul conto corrente. Ci sono due soglie: 100 euro per le famiglie e 500 per le imprese. Poi c’è il tetto delle rate arretrate dei prestiti: non devono superare l’1% del totale degli affidamenti». Le conseguenze sono importanti: «Il problema è che trascorsi 90 giorni, c’è automaticamente la segnalazione alla centrale rischi della Banca d’Italia e per tre anni la persona o l’impresa non potrà più ricevere prestiti da nessuna banca italiana».
Lando Maria Sileoni ha quindi criticato il precedente governo: «La reazione tardiva delle banche e del governo precedente è stata una dimostrazione di grande debolezza verso la finanza europea. Questa nuova situazione interessa 15 milioni di clienti tra famiglie e imprese».
SILEONI (FABI) SU SMART WORKING E PNRR
Lando Maria Sileoni ha anche affrontato il tema dello smart working. «Il problema è legato al fenomeno dell’outsorcing, cioè si creano le condizioni affinché i dipendenti privati che sono in smartworking siano esternalizzati». Riguardo l’holiday working: «Durante il periodo di ferie ci si riposa, è vietato contrattualmente lavorare e stare in ferie. Quindi questa formula mi sembra una provocazione perché non si basa sul nulla dal punto di vista contrattuale». Ma Lando Maria Sileoni a “Coffee Break” ha parlato anche del Pnrr: «Per chi gestisce le banche la preoccupazione riguarda la gestione dei flussi di denaro in entrata, perché i banchieri alla fine cercano il business dappertutto. La nostra valutazione del Recovery Plan come organizzazione sindacale è molto positiva. Il Pnrr è un pezzo di un piano di rilancio del nostro Paese. Il bello inizia adesso, le sfide sono la regia unica, la trasparenza e la realizzazione pratica e veloce delle cose, la semplificazione. Bisognerà scatenare le energie della Pubblica amministrazione e dei privati. Le vere riforme vanno finanziate e spinte». Ma ha anche spiegato che le banche possono dare un’ulteriore spinta: «La ripartizione dei soldi è destinata a dividere, le banche potrebbero aggiungere altri 200 miliardi di finanziamenti collegati ai progetti del governo».