Cosa fai di mestiere? Lo scopritore di bufale. Così potrebbe iniziare una conversazione sui nuovi lavori sorti da internet. E davvero i siti di questi smascheratori di notizie false, questi Robin Hood delle fake news stanno proliferando, ascoltatissimi e influenti. Qualcuno di loro è anche entrato in qualche commissione ministeriale come consulente (ben pagato?), di quelle in cui si progettano e redigono nuove leggi che puniscano i leoni da tastiera produttori di fake, ma soprattutto quotidiani e organi di stampa, rei di non controllare adeguatamente le fonti e diffondere notizie false. Così gli sbufalatori, e i loro cliccatissimi siti, prosperano.



Ma come funziona esattamente questo sistema nel sistema? Può servire come esempio una notizia di qualche giorno fa, smascherata come presunta bufala. La Commissione europea ha emesso una circolare interna in cui vietava ai propri dipendenti, cioè a chi lavora all’interno dell’istituzione, di usare parole come auguri di Natale o nomi tipo Giuseppe e Maria e tutta una terminologia che possa offendere i non cristiani che lavorano lì dentro; termini che suggeriscano l’idea orripilante che il Natale sia una festa cristiana. La notizia è stata ripresa da organi di stampa nazionali e fatta equivocamente passare come legge del Parlamento Ue, come se vietasse un certo linguaggio natalizio a tutti i cittadini comunitari. Levata di scudi dei tradizionalisti, naturalmente, siti e leoni da tastiera che incitano a nuove crociate, politici sovranisti che si ergono a difesa dei valori tradizionali e il cascame di reazioni in rete scomposte e becere come al solito. Non una bella figura in effetti per chi legge le notizie troppo superficialmente.



Per fortuna gli scudieri della verità giornalistica, gli scopritori di bufale, sono intervenuti per svelare questa fake news: il divieto al linguaggio cristiano non è una nuova legge del Parlamento europeo ma una circolare interna ai suoi uffici. A ben leggere ciò che scrivono questi paladini della verità, però, non è successo proprio niente: “Notizia falsa”, suggeriscono i loro controtitoli; nessuna legge europea, nessun divieto di usare la parola Natale. Punto. Che è vero, ma fino a metà, perché la notizia non è proprio del tutto una bufala. La circolare, anche se interna, esiste. Anzi, è esistita, perché presto è stata fatta sparire con giustificazioni confuse, il che è un’ammissione di colpa, di sciocchezza comunque accaduta. Eppoi chi lavora nelle sedi della comunità europea, funzionari, dirigenti, segretari, traduttori, burocrati vari, non è forse cittadino europeo? Quindi per qualcuno quella vergognosa proibizione vale, oltretutto dettata dal capo-ufficio, a quanto pare, cioè da quello che può farti licenziare se non stai alle regole.



Ebbene, questa faccia della medaglia è stata stranamente glissata dagli sbufalatori: qualcuno non ne parla proprio, qualcun altro dice che (cito) “Si tratta di una comunicazione interna che favorisce l’inclusione tra i dipendenti”. Quindi calma, cari sovranisti e fedeli, il funzionario che ha emesso la circolare è una brava persona, preoccupata dell’inclusione, e voi neo-crociati imparate a distinguere! E alla fine, così come ai fatti si può far dire qualsiasi cosa se raccontati in un certo modo, anche allo smascheramento delle bufale può accadere di rimascherarle in altro modo. Ma la realtà è testarda, diceva qualcuno.

Poi come funziona il potere lo sappiamo bene tutti, compresi gli scopritori di fake: i politici vanno e vengono, i Parlamenti discutono ed emendano, certo, ma esiste una fascia grigia, di burocrati che non se ne vanno mai, e che alla fine sono quelli che influenzano, scrivono e indirizzano davvero le scelte. Così non ci vorrà molto, probabilmente, che una circolare interna venga presto assunta come legge per tutti. Non sarebbe certo la prima volta. 

Qualcosa da dire si avrebbe anche sulla presupposta neutralità politica degli sbufalatori. Non occorrono statistiche rigorose per vedere come la gran parte di questi siti scopra bufale solo da una parte, che di solito è quella degli organi d’informazione di centrodestra. Ancora una volta è chiaro il suggerimento implicito: dall’altra parte sono onesti, non pubblicano fake news. Certo, ci crediamo. Come crediamo a quel sito anti-bufale che per giustificare la vergognosa circolare interna del Parlamento europeo si è affrettato a derubricarla come documento che “favorisce l’inclusione”. E Babbo Natale esiste, naturalmente.

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