La lotta alla parità di genere sta forse prendendo una piega esagerata, al punto di dover temere come articolare le frasi per non essere tacciati di omofobia o ‘incitamento all’odio’. L’ultima iniziativa viene dalla Scozia, dove si sta definendo una legge molto severa che punirà anche solo chi dirà che i sessi sono due. La normativa a difesa dei gender, come riporta La Verità, entrerà in vigore ad aprile.



Humza Yousaf , primo ministro scozzese, ha deciso di dare una spinta a una legge chiamata ‘Hate Crime Act’, che era rimasta nel cassetto dal 2021 (anno della votazione in Parlamento) ma che improvvisamente è divenuta una priorità nazionale, tanto che dal primo di aprile diventerà esecutiva. La norma prevede che vengano applicate aggravanti ad alcuni reati già esistenti, ma soprattutto introduce il crimine di incitamento all’odio. Fino ad ora, l’incitamento era previsto soltanto per i casi di razzismo, ma con la nuova legge verrà allargato notevolmente.



SCOZIA, SU COSA SI FONDA LA LEGGE CHE TUTELA IL GENDER

La nuova legge scozzese potrebbe mettere a serio rischio la libertà d’espressione. Vengono infatti individuate alcune “caratteristiche protette” tra cui “età, disabilità, religione, orientamento sessuale e identità transgender su cui diverrà sostanzialmente impossibile esprimersi. Non saranno quindi previste punizioni solo per chi molesta o aggredisce le persone, ma anche per chi si esprime negativamente su determinate categorie. A breve il governo scozzese ha annunciato che ci sarà una campagna stampa utile a promuovere la nuova normativa e a spiegare che cosa siano nel dettaglio i crimini di odio. Questa promozione si fonda probabilmente sulla necessità di provare a mettere a tacere i malumori nati soprattutto da parte dell’opposizione, con la quale Yousaf non ha nemmeno cercato un dialogo per arrivare a un testo di compromesso.



Nel frattempo sul fronte progressista si è alzata la voce di Siobhian Brown, una esponente dello Scottish National party che ricopre l’incarico di ministro per le Vittime e la sicurezza della comunità: “La nuova legge garantirà maggiori tutele a chi ne ha bisogno e contribuirà a gettare le basi per comprendere il tipo di comportamento che non è accettabile nella nostra società. Dobbiamo fare tutto il possibile per dare alle vittime e ai testimoni la fiducia necessaria per denunciare casi di crimini ispirati dall’odio, ed è per questo che abbiamo lanciato una nuova campagna che si basa sull’esperienza vissuta e spiega cos’è un crimine d’odio, l’impatto che ha sulle vittime e come denunciarlo.”

REATO INCITAMENTO ALL’ODIO FORMULATO IN MANIERA VAGA

Intorno alla nuova legge scozzese è sorto un dibattito anche di stampo strettamente giuridico. Ciò che infatti è stato fatto notare da alcuni giuristi è l’estrema vaghezza che aleggia intorno al crimine d’odio. In particolare il giurista ed esponente conservatore Adam Tomkins ha rimarcato un punto fondamentale: “Deve essere ampiamente compreso che, solo perché uno è offeso, ferito o turbato da qualcosa che qualcun altro ha detto su un aspetto della sua identità, ciò non significa che sia stato commesso un crimine d’odio.” In definitiva è necessario che il Governo di Yousaf circoscriva i confini entro cui muoversi in modo da punire le azioni e non le intenzioni.

Da ciò che emerso infatti queste leggi tendono a colpire precisamente i pensieri e le opinioni. Il pericolo concreto è che ogni idea contraria all’ideologia dominante divenga perseguibile penalmente. Gli analisti di Murray Blackburn Mackenzie hanno sottolineato che se “incitare all’odio” è un reato e se affermare che i sessi sono due è considerato dal potere dominante un sintomo di transfobia o di odio per una minoranza, automaticamente dichiarare che esistono solo maschi e femmine diviene un crimine. I risvolti di una tale impostazione sarebbero inquietanti.