Il Parlamento della Scozia, nonostante le polemiche,sta andando verso l’approvazione del “Gender Recognition Reform Bill”, un decreto che mira a facilitare radicalmente l’acquisizione da parte delle persone trans di un “Gender Recognition Certificate” (GRC), ovvero un certificato che attesti che il loro genere “non è quello loro assegnato alla nascita”. La norma, come riportato da Le Monde, prevede che non sia più necessario alcun accertamento medico che attesti la disforia di genere. Le persone interessate, a partire dai 16 anni – con l’età minima che è stata ridotta rispetto ai 18 anni della precedente legislazione –, potranno presentare una autodichiarazione a partire dai tre mesi successivi da quando “hanno cominciato a vivere la loro nuova identità di genere”.



Il documento, una volta ottenuto, permetterà ai diretti interessati di richiedere un nuovo certificato di nascita e di ottenere il riconoscimento della modifica di genere sui documenti di identità. “Il sistema attuale è troppo invadente, complesso e degradante. Molte persone transgender non fanno domanda a causa di queste barriere. Vogliamo un approccio semplificato, più umano e meno medicalizzato”, ha spiegato Shona Robison, ministro della giustizia sociale.



Scozia, in arrivo certificato Gender: cosa cambia

Il certificato “Gender” che probabilmente verrà presto introdotto in Scozia rappresenta un importante cambio di passo, soprattutto per i più giovani. Anche coloro che sono ancora in età scolastica, infatti, potranno richiederlo. Gli studenti che hanno difficoltà a vivere tra i banchi e a relazionarsi con compagni e insegnanti proprio per la loro disforia di genere sono tanti. I dati provenienti dal Paese del Regno Unito rivelano che su mille ragazzi, almeno uno o due in un anno attraversano un percorso di transizione.

L’obiettivo è fare sì che possano sentirsi a proprio agio anche in questo ambiente. Le richieste di cambiare nome sul registro oppure di utilizzare bagni e spogliatoi del genere opposto sono sempre più numerose e troppo spesso i presidi non sanno come rispondere a queste esigenze. “Non è una moda passeggera, ma i giovani ora hanno accesso all’informazione e una comunità online che li fa sentire partecipi. La possibilità di vivere e definirsi trans oggi è più facile, ma servono dei protocolli ad hoc per adattarsi al fenomeno”, hanno detto i relatori di un webinair dal “Per una migliore considerazione degli studenti LGBTQ a scuola”.