La Scozia ha deciso di ritardare la fecondazione in vitro per le donne non vaccinate, e la decisione sta creando non poche polemiche. Le cliniche per la fertilità, come riferisce il portale Giubbe Rosse, ma anche alcuni tabloid britannici come il Daily Record, hanno sospeso i servizi per le donne no vax, ufficialmente per via degli effetti negativi che il virus può avere sulle future mamme non appunto sottoposte a vaccinazione.



Jackie Baille, portavoce per la salute del lavoro scozzese, ha bollato come disumana la decisione, commentando: “È straziante per le coppie interessate che il trattamento per l’infertilità venga annullato all’ultimo minuto. Ovviamente invito tutti a vaccinarsi per proteggersi dal virus, ma le regole all’inizio erano confuse e trattare queste donne in questo modo è disumano. Il governo scozzese dovrebbe riconsiderare urgentemente la propria posizione”. La HFEA, l’Autorità scozzese per la fecondazione e l’embriologia umana, ha spiegato che tale decisione si applica a tutti i trattamenti per la fertilità tranne la conservazione urgente della fertilità, e il mese prossimo, o anche prima se necessario, verrà riesaminata.



SCOZIA, RITARDATA FECONDAZIONE IN VITRO PER DONNE NO VAX: ECCO QUANTO SPECIFICATO

Viene inoltre specificato che tutte le donne che hanno ricevuto la dose di richiamo o che hanno completato il ciclo vaccinale da meno di 12 settimane, potranno continuare il loro trattamento, mentre quelle che stanno per ricevere il booster potranno sottoporsi al trattamento non prima di dieci giorni dopo il vaccino, così come fatto sapere dall’Aberdeen Fertility Clinic.

Un portavoce del governo scozzese ha fatto sapere: “A causa del crescente numero di casi di Covid-19 e della preoccupazione per l’impatto sulle donne non vaccinate, i ministri hanno deciso di rinviare temporaneamente il trattamento della fertilità per le donne che non sono completamente vaccinate. Continuiamo a esaminare le prove e cercheremo di rivedere questa decisione all’inizio di quest’anno”. Nel Regno Unito solo il 22 per cento delle future mamme è vaccinata.