Report della Corte dei Conti sui Lea 2021, i livelli essenziali di assistenza agli utenti del Servizio Sanitario Nazionale, i dati analizzati purtroppo dimostrano che ci sono ancora troppe poche adesioni ai programmi di prevenzione, soprattutto agli screening per la diagnosi precoce di alcuni tipi di cancro, ma anche per le campagne di vaccinazione infantili. La situazione, come riporta Quotidianosanità, è di gran lunga peggiore nelle regioni del Sud, che mostrano una carenza sia di domanda che di offerta essenziale per questo tipo di servizi.
Il Covid e la pandemia hanno peggiorato sia la qualità che la quantità delle performance sanitarie, portando molte zone prese in esame, a non raggiungere neanche il minimo previsto dal monitoraggio per gli indicatori principali Lea, composti da tre elementi fondamentali: prevenzione, territorio e ospedale. Il primo ambito, quello della prevenzione è quello che desta più preoccupazione, perchè sembrano essere scomparsi dai radar i programmi di screening per le patologie tumorali, risultati con adesioni insufficienti, e “resta da capire” come evidenzia la Corte dei Conti, se “questo sia dovuto a una insufficiente domanda, da parte degli utenti, del servizio, se dipenda da carenze o inappropriatezze organizzative dal lato dell’offerta dello stesso, o se sia un “mix” di entrambi i fattori“.
Monitoraggio Lea Ssn, Corte dei Conti “Adesioni a vaccinazioni infantili insufficienti in sei regioni”
In base al documento pubblicato dalla Corte dei Conti, che ha analizzato i livelli di copertura dei programmi di screening ma anche quelli dei vaccini obbligatori e facoltativi per i bambini, le adesioni sono troppo poche e peggiorate a causa dell’emergenza Covid. “La pandemia ha fatto peggiorare le coperture vaccinali”, e questo risulta essere un aspetto critico per tutto il sistema sanitario, perchè le percentuali di adesione ai cicli vaccinali pediatrici (esavalente e trivalente) risultano sotto la minima media accettabile almeno in tre regioni.
Mentre la copertura vaccinale per i bambini contro morbillo, parotite e rosolia a 24 mesi, risulta sotto il minimo previsto in sei regioni, e la media nazionale è passata in un anno dal 93,3% al 92,3%. Si segna quindi una battuta d’arresto rispetto all’aumento che si era verificato nel biennio 2017-2019, portando la media nazionale appena sopra i valori standard Oms. L’organizzazione mondiale della sanità infatti raccomanda “per le vaccinazioni in età pediatrica, una soglia ritenuta accettabile ed una ottimale, pari, rispettivamente, al 92% e al 95% dei bambini in quella classe di età“.