Neviana Calzolari, scrittrice trans, è intervenuta sull’edizione di oggi, sabato 7 agosto 2021, del quotidiano “La Verità”, attraverso un’intervista rilasciata al vicedirettore della testata, Francesco Borgonovo, il quale ha voluto sottolineare la recente aggressione subita sui social da parte della donna a seguito di alcune idee espresse su MicroMega e riprese proprio da “La Verità”. Le hanno detto che si era “bevuta il cervello”, che “si era fatta strumentalizzare dalla Destra”, che fosse “una fascista”.



Secondo l’intervistata, il problema del movimento Lgbtq e delle persone che dicono di rappresentarlo è che alla fine si pongono “sempre in modo estremamente aggressivo e verbalmente violento nei confronti di chi esprime delle posizioni divergenti”. Tra le affermazioni contestate alla letterata, vi sono quelle sui bloccanti della pubertà: “Un ragazzo che non è ancora uscito dalla pubertà, magari è attirato da stereotipi di genere associati all’altro sesso, ma nessuno può avere la certezza che voglia cambiare anche il proprio corpo. Può darsi che sia semplicemente un ragazzo attirato da cose considerate femminili nella nostra società” .



NEVIANA CALZOLARI, SCRITTRICE TRANS: “DDL ZAN ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA”

Chi sostiene il Ddl Zan sostiene che nel progetto di legge non si parli di bloccanti della pubertà
o di cambio di sesso dei minori, ma per la scrittrice trans Neviana Calzolari è “un’ipocrisia. Perché mai il genere, che ha che fare con il vissuto e la percezione, dovrebbe avere rilevanza pubblica e legale? Cercare di ancorare ipotesi di reato penale a vissuti soggettivi ci porterebbe al caos più completo. Altro che certezza del diritto: ogni giudice andrebbe a ruota libera. E poi, così come è scritto, il Ddl Zan è un’arma di distrazione di massa dai veri problemi dei transessuali”.

Fra questi, Calzolari elenca le carenze dell’attuale sistema di aiuti e di assistenza socio-sanitaria e ribadisce l’importanza di non creare confusione ideologica nelle scuole, evitando di parlare dell’argomento sino almeno alla fine delle medie: “Non credo sia giusto condizionare, perché poi, di fatto, mandare le associazioni nelle scuole sarebbe un condizionamento. I bimbi e ragazzi in fase puberale devono essere lasciati da soli a esplorare il mondo e il loro corpo, eventualmente con un supporto specialistico. Ma l’ideologia non deve assolutamente entrare”.