Un uomo di 31 anni di Villasanta, comune in provincia di Monza, è stato denunciato per il reato di autocalunnia. Come si legge su Prima Monza, la Polizia di Stato della Questura di Monza e della Brianza coordinata dalla Procura della Repubblica di Monza, dopo un’accurata indagine, ha iscritto sul registro, in stato di libertà, un ragazzo che ha ammesso di essere stato l’autore di una falsa confessione di un omicidio, scrivendo il tutto sulla scheda elettorale durante le elezioni del settembre di un anno fa. Al momento dello spoglio era stata rinvenuta infatti la scritta “per le forze dell’ordine ho ammazzato un uomo e sepolto cantiere area nord, date lui sepoltura cristiana vi prego”.
Una volta rinvenuta la scritta era stata allertata la Procura di Roma che aveva così disposto degli accertamenti per cercare di individuare chi avesse riportato quella frase. Un’operazione tutt’altro che semplice visto che si è dovuto pescare fra più di 1.000 votanti del seggio elettorale e per farlo si è utilizzato anche un esperto di grafia che potesse confrontare le scritte sulla scheda elettorale con quelle fatte dal presunto colpevole. Nel contempo le autorità, non escludendo che quanto scritto sulla scheda elettorale fosse falso, hanno effettuato una perlustrazione presso il luogo indicato sulla tessera, leggasi un cantiere abbandonato in via Fieramosca di Villasanta, provincia di Monza, che i residenti chiamano “l’ecomostro”.
31ENNE DENUNCIATO A MONZA PER AUTOCALUNNIA: LA SCOPERTA DOPO IMPRONTE DIGITALI
Diversi gli interventi da parte delle forze dell’ordine nella vasta area abbandonata, compreso quello del geologo forense Dominic Salsarola del dipartimento Labanof dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università degli Studi di Milano. Questi, insieme ad altri esperti ed unità cinofile specializzate nel recupero di corpi, ha quindi escluso che in quell’area fosse stato mai sepolto un cadavere.
Alla fine, per risalire al responsabile della scritta, sono state fondamentali le impronte digitali lasciate sulla scheda, e in seguito l’uomo è stato convocato in questura dove poi confessato il gesto. Ha spiegato di averlo fatto in un momento di rabbia ma che non era stato ucciso nessuno.