SCUDETTO ALL’INTER: LA RINASCITA NERAZZURRA
L’Inter è campione d’Italia, ha vinto lo scudetto numero 19 della sua storia undici anni dopo quel 2010 che aveva portato i nerazzurri in cima al mondo. Era l’Inter di Massimo Moratti e José Mourinho, di Javier Zanetti e Diego Milito: da allora ci sono stati due cambi di proprietà, tanti allenatori, campionati spesso chiusi lontanissimo dal vertice, che per di più è stato quasi sempre colorato di bianconero. Non sono stati anni facili, ma quando torni a vincere poi è ancora più bello. Onore innanzitutto alla famiglia Zhang: aveva promesso di riportare l’Inter ai vertici e lo ha fatto, un passo alla volta.
Prima il ritorno in Champions League, poi ecco l’attacco al trono della Juventus, grazie a chi proprio dei bianconeri era stato una leggenda, in campo e in panchina. Antonio Conte ha costruito l’Inter a sua immagine e somiglianza, ma anche lui è stato conquistato: le esultanze con i suoi ragazzi parlano chiaro, si sente condottiero di questa squadra come era José all’epoca. L’anno scorso sono state poste le basi: gli acquisti di Lukaku e Barella, la crescita di Lautaro Martinez, il lancio di Bastoni titolare sono alcune delle eredità più preziose che il 2019-2020 ha lasciato a questa stagione. Secondo posto in campionato e finale di Europa League: l’ultimo gradino però è quello più difficile da scalare…
SCUDETTO ALL’INTER, CAMPIONE D’ITALIA: LA STAGIONE DEI NERAZZURRI
Per tornare a vincere, Antonio Conte nella prima parte della stagione aveva cercato la via dello spettacolo, ma qualcosa non funzionava. Basterebbe ricordare le prime due giornate: 4-3 alla Fiorentina, 2-5 a Benevento. Bello ma instabile, come il derby d’andata e qualche altro passaggio a vuoto – soprattutto in Champions League – avevano indicato. Intanto però il gruppo si faceva sempre più coeso e altri tasselli si aggiungevano: l’innesto di Hakimi sulla fascia, il rilancio di Skriniar sui suoi livelli migliori dopo un primo anno di difficile adattamento alla difesa a tre e infine il recupero di Eriksen – fa impressione pensare che il danese solo quattro mesi fa era sostanzialmente un ex giocatore dell’Inter.
Così è nata l’Inter della seconda parte di stagione, l’Inter dello scudetto: solidissima (sei gol incassati nelle ultime 17 partite giocate sono un dato impressionante), ma anche bella. Non ci addentriamo in discorsi tecnico-tattici, anche perché ognuno ha i propri gusti: ci limitiamo a ricordare Inter Juventus 2-0 (17 gennaio) e Milan Inter 0-3 (21 febbraio), e se qualcuno si lamenta del gioco nerazzurro, che si riguardi le due partite dominate contro le grandi rivali. La classifica dice tutto: scudetto vinto alla quint’ultima giornata, 13 punti sulle inseguitrici “meno lontane”. Cosa chiedere di più?
INTER CAMPIONE D’ITALIA: I PROTAGONISTI DELLO SCUDETTO
Lo scudetto numero 19 dell’Inter è una vittoria del gruppo: può sembrare una frase fatta, ma in questo caso non lo è, dunque tutti sono stati protagonisti – ma alcuni più di altri, come è normale che sia. Romelu Lukaku è il bomber di riferimento, ma anche un giocatore che dà l’anima per la squadra, preziosissimo sempre e comunque: il simbolo è lui e non solo per i 21 gol segnati. Al suo fianco è cresciuto un Lautaro Martinez ormai certezza assoluta, l’intesa tra i due attaccanti (anche fuori dal campo) è uno degli aspetti più belli dell’Inter di Antonio Conte. Poi citiamo due italiani, giovani e che magari in futuro si contenderanno il ruolo di capitano dell’Inter: Nicolò Barella e Alessandro Bastoni. Uno è il centrocampista più forte d’Italia, l’altro un difensore con i piedi da centrocampista, il gol che hanno confezionato contro la Juventus il simbolo indimenticabile della loro stagione.
A Milan Skriniar abbiamo già accennato: ha lavorato duramente e così anche nella difesa a tre è tornato ad essere il campione che conoscevamo. Con la certezza Stefan De Vrij e Bastoni, ecco così la difesa migliore d’Italia, coronata da capitan Handanovic che finalmente dopo nove anni di militanza potrà festeggiare, come Samir avrebbe meritato anche in anni difficili. Achraf Hakimi è la freccia che esalta il gioco di Conte, che sulle fasce punta moltissimo; il recupero di Christian Eriksen è stato il tassello per la svolta definitiva. Per tutti gli altri, scegliamo come simbolo Matteo Darmian: i “soldati” del comandante Conte hanno fatto l’impresa, l’Inter è di nuovo campione d’Italia.