SCUDETTO NAPOLI: IL PUNTO DI GIOVANNI IMPROTA

Uno scudetto, quello del Napoli, atteso 33 anni dopo quelli mitici del 1987 e del 1990 targati Maradona. La coppa Uefa del 1989, i due allenatori Ottavio Bianchi, Alberto Bigon. il presidente Corrado Ferlaino e una squadra stellare per un giocatore. il più forte del mondo. Ora c’è il Napoli di Luciano Spalletti del nuovo simbolo Victor Osimhen e del presidente Aurelio De Laurentiis che ha preso il Napoli nel 2004 in C e l’ha portato allo scudetto.



Il Napoli è il nuovo campione d’Italia. Una squadra compatta che ha disputato una grande stagione, che è arrivata ai quarti di finale di Champions sconfitta dal MIlan, grande gioco, grande calcio. E una città che ha festeggiato alla grande, pronta a sognare ancora grandi successi. Il Napoli che fa sognare… Per parlare dello scudetto del Napoli. Abbiamo sentito uno dei calciatori che hanno fatto la storia di questo club, Giovanni Improta. Eccolo in questa intervista a ilsussidiario.net.



Scudetto Napoli dopo 33 anni: un successo tanto atteso. Una vittoria meritata per uno scudetto mai messo in discussione… Uno scudetto meritato per un campionato condotto in testa sin dall’inizio e vinto a a Udine con quel punticino che mancava ancora per il successo del Napoli.

Osimhen è il simbolo di questo Napoli, poi Kim, Lobotka, Kvaratskhelia: questi i migliori del Napoli? Osimhen è riuscito a concretizzare il lavoro della squadra. Lobotka è il punto di riferimento del Napoli, quello che ha sempre dato la quadratura del cerchio. Kim è un grande centrale, forte di testa, abile nella marcatura, rapido, un grande difensore. E Kvaratskheia è forte fisicamente e tecnicamente, ha fatto bene dall’inizio. Sono giocatori di grande valore in questo Napoli dello scudetto.



Cosa dire poi del lavoro di Cristiano Giuntoli? Nonostante le partenze illustri, e che avevano fatto storcere il naso, alla fine ha costruito una squadra dominante… Cristiano Giuntoli ha fatto sempre un ottimo lavoro: ha scoperto talenti, ha scoperto giocatori come anche la scorsa stagione. Ha avuto il merito di costruire un Napoli da scudetto dopo partenze importanti, come quelle di Insigne, Koulibaly, Mertens. Per un Napoli che non partiva favorito, dove c’era un po’ di scettiscismo da parte dei tifosi e poi ha vinto lo scudetto.

Quanto ha contato Spalletti in questo successo? Molto: Spalletti ha grandi meriti, ha avuto la bravura di plasmare questo Napoli. Ha imparato anche da qualche errore del passato e ha condotto il Napoli allo scudetto.

Uno scudetto in ogni caso a cui il Napoli si era avvicinato le scorsi stagioni con Sarri ad esempio, che aveva fatto grandi campionati e ora si gode questa vittoria… Sì, il Napoli aveva fatto grandi campionati anche le scorse stagioni, erà sempre stato nell’elite del calcio, aveva sfiorato lo scudetto con Sarri. Uno scudetto a cui il Napoli si stava avvicinando già da tempo.

E poi il vero vincitore di questo Napoli si può considerare il presidente Aurelio De Laurentiis, pensando a quando ha preso in gestione la società? De Laurentiis si può definire un presidente sub generis. Un grande presidente attento al bilancio, sempre capace di scoprire talenti poi trasformati in campioni. Ha preso il Napoli in serie C e l’ha portato allo scudetto, fino ad andare avanti in Champions League, fino ai quarti di finale. Una Champions che poteva andare meglio se non ci fossero stati anche errori arbitrali, dove in ogni caso il Napoli ha fatto bene, ha fatto gran gioco.

Come vede il futuro del Napoli? Si aprirà un ciclo, con gli occhi puntati sulla Champions League? Sarà importante anche il calciomercato che potrebbe vedere anche partenze eccellenti… Penso che si possa aprire un ciclo, si punterà intanto a rivincere lo scudetto. A fare bene in Champions. Non sono spaventato dal mercato e credo che Osimhen rimarrà.

Anche lei ha festeggiato lo scudetto di quest’anno del Napoli? Dopo tutto Improta è un simbolo del Napoli con Juliano, un Napoli che già negli anni Settanta aveva sfiorato lo scudetto… Io non sono sceso in strada, ho festeggiato, sono stato contentissimo, ma l’ho fatto in maniera più pacata. Facevo parte di un Napoli già forte. C’era Juliano. Il Napoli aveva già sfiorato lo scudetto negli anni settanta. Per celebrare questo scudetto ho voluto scrivere una canzone con l’apporto importante del maestro Di Domenico che presenterò al più presto.

Quale canzone? Ho deciso di scrivere e cantare una canzone “Marricorde”. L’ho dedicato a mia madre che persi da bambino, a questa città e proprio a lui a Diego Maradona un tifoso speciale del Napoli che ci guarda da lassu…

(Franco Vittadini)