Nella giornata di ieri, dopo che la BCE ha annunciato l’aumento dei tassi di interesse dello 0.5 per cento, si è parlato molto dello scudo anti spread varato dalla stessa Banca Centrale Europea, il cosiddetto Tpi: cerchiamo di capire insieme di cosa si tratta. Nel dettaglio, come riferisce l’Adnkronos, si tratta del nuovo strumento anti-frammentazione che ha l’obiettivo di proteggere un Paese da un eventuale rialzo eccessivo del differenziali sui titoli di Stato, appunto lo Spread.
Verrà attivato rispettando quattro criteri di fondo, e si focalizzerà sull’acquisto di titoli del settore pubblico con una scadenza fra uno e dieci anni. Inoltre, riferisce sempre l’Adnkronos, potrebbe essere preso in considerazione anche per gli acquisti di titoli del settore privato. Stando a quanto fatto sapere, la Banca Centrale Europea “potrà effettuare acquisti sul mercato secondario di titoli emessi in giurisdizioni che subiscono un ingiustificato deterioramento delle condizioni di finanziamento, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione”. L’entità degli acquisti “dipenderà dalla gravità dei rischi che incombono sulla trasmissione della politica monetaria” e non esiste un tetto prefissato agli interventi.
SCUDO ANTI SPREAD DELLA BCE, TPI: ECCO LE CONDIZIONI A CUI SARA’ APPLICATO
Francoforte fa inoltre sapere che, nella decisione di attivare lo strumento anti-spread, il Consiglio direttivo prenderà in esame alcuni criteri per valutare se i Paesi di cui potrebbe acquistare titoli “perseguono politiche fiscali e macroeconomiche sane e sostenibili”: criteri che – si precisa – “saranno adattati in maniera dinamica ai rischi e alle condizioni da affrontare”. I criteri sono: il rispetto del quadro di bilancio dell’Ue, che prevede che i Paesi in questione non debbano essere soggetti ad una procedura per disavanzo eccessivo, o non abbiano intrapreso delle azioni efficaci come risposta alle raccomandazioni del Consiglio direttivo.
Secondariamente è fondamentale l’assenza di gravi squilibri macroeconomici. Terzo aspetto, la sostenibilità di bilancio, (valutata sulla base delle analisi di Commissione Europea, Meccanismo Europeo di Stabilità, Fondo Monetario Internazionale e altre istituzioni, oltre all’analisi interna della Bce). Infine l’ultimo aspetto, le politiche macroeconomiche sane e sostenibili, con il rispetto degli impegni presentati nei Piani di Ripresa e Resilienza.