Il problema sollevato da Ernesto Galli della Loggia, editorialista del Corriere della Sera, non può dirsi sbagliato. Quello della scuola inclusiva infatti ad oggi è ancora un miraggio. Cresce il numero di studenti con disabilità e problemi di apprendimento ma le istituzioni scolastiche non riescono a dare il giusto supporto a questi alunni, garantendo al tempo stesso una didattica efficiente al resto della classe. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, come riporta anche Il Giornale, conscio della problematica, starebbe pensando ad una soluzione.
Perchè l’inclusione sia reale c’è ancora molta strada da fare. Perchè tutto ruota intorno ad un sistema scolastico che scarseggia in termini di insegnanti di sostegno, e di fronte all’enorme fabbisogno (parliamo infatti di 1 milione di studenti su 7 milioni) si avvale di docenti privi dell’opportuna preparazione e specializzazione. Il risultato? Le esigenze degli alunni che compongono classi variegate non vengono soddisfatte, lasciando magari indietro col programma i ‘normodotati’ e non garantendo nemmeno la preparazione didattica che ragazzi con problemi di apprendimento, dislessia, disgrafia, disturbi dell’attenzione e disabilità più serie necessiterebbero.
LA SCUOLA INCLUSIVA DI VALDITARA
Ernesto Galli della Loggia, con il suo pezzo “Il mito dell’inclusione nella scuola italiana” pubblicato sul Corriere della Sera, non è stato esente da critiche, anzi. Ma è stata anche l’occasione per aprire un intenso dibattito su quali metodi mettere in atto per arrivare ad una vera scuola inclusiva. Valditara al riguardo, come confermato di recente anche dalla sottosegretaria all’Istruzione Frassinetti, sta lavorando a una modifica sulle norme riguardanti le supplenze per garantire la continuità didattica agli alunni e studenti con disabilità, attraverso la presenza dello stesso docente per l’intero ciclo di studi. E sta anche pensando di stabilizzare le cattedre di sostegno da assegnare solo ed esclusivamente a insegnanti con una preparazione adatta e mirata.
Il Ministro Valditara ha infatti spiegato: “L’inclusione è un valore della nostra scuola che rivendichiamo. Perché sia reale però, e non solo declamata, è necessario che si mettano in campo gli strumenti per una didattica più efficace, che consentano di contemperare le esigenze di tutti gli studenti. Per gli alunni con disabilità, per esempio, prevediamo docenti adeguatamente specializzati e un sistema che consenta la continuità didattica. Occorrono forme diverse anche per gli stranieri, perché i dati ci dicono che l’attuale sistema non funziona“. Le basi su cui lavorare per migliorare l’inclusività del resto ci sono. A cominciare dalla legge 227/21 in cui uno dei decreti applicativi parla di ‘progetto di vita’ duraturo per il singolo ragazzo disabile, un percorso che lo accompagni dalla scuola al lavoro. La marcia verso una scuola inclusiva dovrebbe partire da qui.