La scuola da sempre è un luogo in cui i giovani imparano a confrontarsi con l’autorità, ma anche con le delusioni di un brutto voto e, soprattutto, con la gioia di riuscire a portare a casa un risultato estremamente faticato. Eppure, nell’ottica di certi genitori (la maggioranza?) dovrebbe essere un luogo di cura ed accudimento, dove il figlio si deve sentire tranquillo, talvolta anche coccolato e, certamente, non messo in difficoltà.
Insomma, un cambio di rotta chiaro e preciso rispetto a quello che era la scuola di diversi anni fa, senza ovviamente arrivare agli anni delle punizioni corporali (che taluni auspicherebbero), nei quali era un luogo di apprendimento, ma certamente non di cura. I genitori, a fronte di un’insufficienza del figlio si arrabbiavano, lo sgridavano e punivano, impartendogli un insegnamento nell’insegnamento. L’ultimo sondaggio sulla scuola, e in particolare sulle valutazioni, fatto da Skuola.net, dimostra proprio questo cambio di rotta, con studenti con rendimenti sempre peggiori e genitori che, invece, si rifiutano di punirli.
Grassucci: “L’approccio alla scuola è cambiato”
A scuola, stando al sondaggio di Skuola.net condotto su 2.500 studenti delle superiori, circa 1 alunno su 3 presenta almeno una insufficienza. Similmente, sono il 10% di loro ad averne, in pagella, almeno tre. Numeri decisamente preoccupanti, ai quali unire anche il fatto che solamente il 24% degli intervistati, a fronte di un brutto voto, ha ricevuto una punizione da parte dei suoi genitori.
Ne consegue che, mentre il livello di apprendimento a scuola peggiora, ci sono circa un 67% di genitori che si dimostrano comprensivi con i figli, nell’auspicio che quel brutto voto, alla resa dei conti di fine anno, diventerà bello. Preoccupa, invece, un ulteriore 10% di genitori che accusano la scuola o i docenti per le insufficienze, con addirittura un 2% di studenti che parlano di aggressioni fisiche durante i colloqui di metà anno, e un 4% di aggressioni verbali. “Se fino a qualche decade fa la consegna delle pagelle intermedie rappresentava un momento quasi drammatico per gli studenti zoppicanti a scuola”, spiega Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net, “oggi la maggior parte di loro affronta con relativa serenità questo passaggio. Sanno infatti che la punizione non è certa”, conclude, “e che in alcuni casi non saranno loro l’oggetto dell’ira funesta degli adulti”.