È una stagione difficile per le scuole paritarie in Italia. Ai problemi endemici legati a un quadro legislativo che le penalizza si sono aggiunte in questi mesi crescenti difficoltà economiche che hanno portato alla chiusura o al ridimensionamento di molti istituti, rendendo sempre più difficile l’esercizio di un’effettiva libertà di educazione. Eppure c’è chi riesce ad andare controvento: è il caso dell’Istituto paritario Sant’Agostino, fondato a Salsomaggiore nel 1995 e gestito da una cooperativa sociale senza fini di lucro, “In cammino”, fondata e animata da insegnanti e genitori.
Una scuola che non solo resiste, ma si allarga: oggi, 26 marzo, viene inaugurata una sede nuova di zecca, in un edificio di 1600 metri quadrati nel centro della città costruito su un’area concessa in diritto di superficie dalla parrocchia e dalla diocesi. Gli studenti sono trecento – una sezione di elementari, tre di medie e una classe di liceo – e negli anni sono andati aumentando grazie a un’offerta formativa che ha puntato tutto sulla qualità. Una scelta che ha premiato e ha calamitato verso Salsomaggiore giovani provenienti anche dalle città vicine: Fidenza, Fiorenzuola, Fontanellato.
A cominciare l’avventura nel 1995 sono stati alcuni giovani insegnanti di Comunione e liberazione che hanno cercato di tradurre in campo scolastico il carisma educativo di don Giussani, insieme ad altri docenti provenienti da varie esperienze – scout, neocatecumenali, terziari francescani – che hanno riconosciuto e condiviso la validità di quella proposta. Ognuno ha speso i suoi talenti, qualcuno anche a costo di sacrifici personali, come la rinuncia a entrare in ruolo nella scuola statale per continuare il cammino avviato con i colleghi.
La dirigente Elena Romanini è una dei pionieri e riassume così il cammino di questi anni: “Siamo una compagnia di docenti convinti che insegnando è possibile far crescere l’umano, provocare una domanda di senso per sé e per i giovani. Il requisito essenziale per cimentarsi nell’avventura dell’educazione è uno sguardo di stima verso chi si ha davanti e la certezza di una positività incontrata, amata e ricercata ogni giorno nella concretezza del lavoro e nei volti dei ragazzi”. Di questo sguardo aperto e costruttivo sono testimonianza le frasi scelte negli anni dagli insegnanti come filo conduttore del lavoro, tutte centrate sulla persona: “Tu sei prezioso ai miei occhi”, “Tu sei un regalo”, “Chi sei tu per me?”.
La positività delle esperienze realizzate in ventisette anni di attività ha trovato riscontro nella tenuta, anzi nel progressivo aumento delle iscrizioni, segno della condivisione della proposta da parte di tante famiglie disposte ad affrontare sacrifici economici anche in tempi difficili come quelle che viviamo. E ora, grazie a un mutuo ventennale concesso dalle banche a cui si sono aggiunte piccole donazioni di benefattori e risorse proprie, arriva il traguardo di una nuova sede.
L’Istituto Sant’Agostino non è mai stato un ambiente elitario, “accoglienza” è una delle parole d’ordine che ha accompagnato il cammino, e che anche in questi giorni è riecheggiata nelle aule: alcuni bambini ucraini in fuga dalla guerra cominceranno qui il loro nuovo percorso. E il padre di uno di loro sta imparando l’italiano, strumento indispensabile per trovare lavoro, grazie alla disponibilità offerta da una donna russa che ha i figli in quella scuola. Un piccolo grande segno di solidarietà, una fiammella di umanità che rischiara il buio della guerra.
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