È ricominciata anche nel 2024 la scuola e – puntuale come ogni anno – è arrivata anche l’immancabile polemica attorno all’ora di religione istituita con i famosi Patti lateranensi nell’ormai lontanissimo 1929 – all’epoca con il nome di ‘Insegnamento della religione cattolica’ – e poi parzialmente riformata una cinquantina di anni più tardi: attualmente si tratta di un’ora di lezioni alla settimana completamente facoltativa che porta – almeno sulla carta – gli studenti a confrontarsi con le varie confessioni religiose, con il pensiero etico e con le domande fondamentali sull’esistenza in una sorta di dialogo attivo con il docente.
La ragione per cui si contesta aspramente l’ora di religione a scuola è legato – quasi ovviamente – al fatto che lo stato (e di conseguenza anche l’istituzione scolastica) si professi laico e lontano dalla chiesa cattolica; mentre sono parecchi a storcere il naso davanti al fatto che i docenti siano scelti direttamente dalla Conferenza episcopale italiana, aprendo non pochi dubbi sul fatto che possano rispettare fermamente l’obbligo a non tenere delle vere e proprie lezioni di catechismo.
Ora di religione: il bilancio delle iscrizioni è positivo, ma i giovani non frequentano chiese e parrocchie
Ma oltre alle polemiche, sembra che siano ancora parecchi gli studenti che ogni anno decidono (più o meno) volontariamente di seguire l’ora di religione, tanto che l’Osservatorio romano riporta un dato molto vicino all’80% di studenti che hanno barrato l’apposita casellina in fase di compilazione della domanda di iscrizione: un numero certamente positivo ma di contro anche in lieve calo rispetto allo scorso anno quando le adesioni furono poco più dell’85%; peraltro del tutto incoerente con le statistiche di frequentazione di chiese, oratori e quant’altro.
Infatti, lo stesso Osservatorio romano spiga che mentre l’80% degli studenti segue l’ora di religione, sono solamente il 5% dei giovani tra i 14 e i 19 anni a frequentare la parrocchia e la vita che ci ruota attorno; in un chiaro e palese controsenso che non trova molte spiegazioni, ma alcune si. Come aveva già appurato l’Istituto Toniolo solo qualche mese fa – infatti – i giovani sono sempre più lontani dalla Chiesa cattolica perché vorrebbero un’istituzione più aperta, libera e vicina anche alla comunità LGBT e a temi come l’aborto; mentre cresce anche in loro il desiderio di spiritualità, che forse trova qualche risposta proprio nella criticata ora scolastica di religione.