Il copione delle inaugurazioni degli edifici pubblici (scuole, ospedali, uffici, ecc.) e pressoché lo stesso: in prima fila le autorità istituzionali, a tagliare il nastro; poi quelle politiche, che devono assicurarsi una fetta, seppur minima, del merito; a seguire i giornalisti, che devono distribuire equamente i meriti a tutte le autorità, e quindi gli amici dei politici e per ultimi i cittadini diretti interessati, coloro che dovrebbero essere i protagonisti, perché primi beneficiari della struttura.



Per una volta a Danisinni, quartiere degradato e quasi dimenticato del centro storico di Palermo, il copione si è in parte modificato. Ieri, all’inaugurazione dell’asilo nido del quartiere, c’erano in prima fila molte mamme che spingevano le carrozzine con i loro piccoli. Quei bimbi saranno a giorni i primi utilizzatori di questa nuova struttura che vanta alle spalle una storia di ben 17 anni, quelli intercorsi dalla chiusura del plesso per infiltrazioni d’acqua sulla terrazza ad oggi. 17 anni fa le mamme di oggi avrebbero dovuto essere loro a frequentare quell’asilo. Oggi hanno la certezza che ciò che è stato negato a loro, e a tanti altri bimbi, potrà essere concesso ai figli di oggi e a quelli che potranno nascere in seguito.



Il capovolgimento dell’iter della cerimonia di inaugurazione si deve ad un frate, don Mauro Billetta, parroco della chiesa del quartiere, dedicata a Sant’Agnese e presidente dell’associazione Comunità di Danisinni Ets, che da oltre 10 anni si è fatto carico dei bisogni del quartiere e ha mobilitato attorno a sé tante risorse umane, provenienti da tutta la città, ma soprattutto ha dato dignità, e voglia di vivere una vita piena, ai parrocchiani e a tutti gli abitanti (alcune migliaia) che vivono in case abbarbicate al costone del letto di un antico fiume ormai interrato, che ha lasciato un solco che sembra una vallata sotto il livello dei palazzi della zona circostante, a poche centinaia di metri dal Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea Regionale Siciliana e della Cattedrale.



Innumerevoli e significative le iniziative portate a compimento dallo sforzo corale di tanti residenti, che hanno consentito un riscatto sociale per molti ed una prospettiva di un futuro migliore a tutti.

“La riapertura di questo nido – ha dichiarato fra Mauro – è un evento straordinario per il nostro territorio, per il quartiere Danisinni, perché significa riavere un presidio pubblico che rivolge attenzione ai più piccoli: a loro bisogna dare un diritto al futuro. In questi anni l’assenza di un nido ha creato una grave dispersione scolastica, di conseguenza il contrasto alla povertà educativa è stato indebolito. Questo presidio non solo renderà bella Danisinni, ma riqualificherà tutta l’area della città”. Ad esso, infatti, dovrebbe aggiungersi un consultorio, che c’era 17 anni prima e di cui si è perso perfino il ricordo.

Questi 17 anni meriterebbero un racconto a parte, che servirebbe a mettere in evidenza incuria, disinteresse, abbandono innanzitutto delle istituzioni, cui fra Mauro ha saputo contrapporre caparbietà, indomabilità, ma soprattutto voglia di costruire piuttosto che solo di protestare, sapendo far dialogare pubblico e privato, con l’unico obiettivo di dar vita ad un servizio pubblico in cui i privati siano protagonisti e custodi.

Piccolo ma significativo esempio di questa lunga storia la decisione di affidare il progetto riguardante l’adeguamento strutturale dell’edificio alla normativa antisismica ad un patto di collaborazione pubblico-privato: nel 2021 è stato donato al Comune di Palermo dall’ATS “Pà Maternità Danisinni” che lo ha commissionato all’architetto prof. Santi Rizzo (coadiuvato dall’ingegnere Michele Fabio Granata e dall’architetto Benedetta Fontana) attraverso una campagna di fundraising alla quale hanno aderito la Fondazione con il Sud, Save the Children Italia, la Fondazione Peppino Vismara, la Fondazione Sicilia e la Fondazione Piano Terra.

Un concreto esempio del principio di sussidiarietà circolare, assai caro alla tradizione francescana, formulato da Bonaventura da Bagnoregio già nel XIII secolo. La proposta è quella di un modello sociale in cui lo Stato, il mercato e la comunità si articolano in modo complementare e non asimmetrico o verticistico.

Fra Mauro ha partecipato quest’anno al Meeting di Rimini per raccontare la storia della comunità di Danisinni e anticipare che dopo poche settimane si sarebbe concretizzato il sogno più importante e significativo degli abitanti del quartiere. Quel sogno che non riuscì a vedere realizzato don Pino Puglisi, che fu ucciso prima che a Brancaccio nascesse la scuola elementare.

“Il modo migliore per Rinascere è partire da chi Nasce” è lo slogan che era affisso stamane alla cancellata del nido di Danisinni.

Potrebbe essere lo slogan di una seria e non ideologica campagna contro la denatalità. Da oggi a Danisinni partire da chi è già nato è una certezza, non un programma.

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