Un giorno, in piena estate, erano arrivati al centro di aiuto allo studio Ahmed e Omar, due ragazzi di prima. Cercavano Giulio con cui avevano un appuntamento e lo avevano trovato in un’aula che armeggiava ad un computer.

“Sedetevi, scusate un attimo” aveva detto guardando lo schermo, e aveva continuato a battere i tasti finché con un sospiro di sollievo si era girato verso di loro: “bene, risolto!”. A quel punto aveva chiesto ai ragazzi di che cosa avessero bisogno.



“Abbiamo l’esame di storia” aveva risposto seccamente Ahmed “ci può aiutare?”

“Certo!” aveva detto Giulio guardandoli in faccia e chiedendo loro il programma.

“Il programma?” Ahmed lo aveva scrutato negli occhi per capire di che cosa parlasse.

“Gli argomenti che avete studiato e che dovete sapere a settembre” aveva osservato Giulio, pensando di parlare di una cosa ovvia.



“Tutto” aveva allora detto Ahmed.

“Possibile che non abbiate un programma? La prof che cosa vi ha detto di studiare?”

“Il prof ha detto: tutto!” aveva ribadito Ahmed, scocciato.

“Che argomenti ha fatto? Possibile che non vi abbia dato un programma?” li aveva incalzati Giulio.

“Dobbiamo andare a scuola il 4 settembre e sapere tutto!”. Ahmed aveva sostenuto l’amico.

Allora Giulio aveva chiesto ad Ahmed il suo smartphone, era andato a vedere nelle comunicazioni riservate ed effettivamente non vi era nulla, nelle notifiche del registro elettronico idem.

“Dovete fare esame scritto o orale?”



“Boh” aveva risposto Ahmed e Giulio si era commosso di fronte a tanta semplicità, era evidente che non sapessero nulla, non stavano fingendo, sapevano di avere l’esame, niente di più.

“Fatemi vedere il libro.”

Era l’ultimo tentativo. Ahmed aveva rovistato nella sua borsa e aveva tirato fuori il libro di storia. Un libro nuovo, come se non fosse mai stato usato e questo aveva stretto il cuore di Giulio. Bisognava fare tutto da capo e non c’era molto tempo.

“Quindi dalla preistoria alla fine dell’impero romano d’Occidente?”

“No, no” aveva reagito Mohamed come se avesse ritrovato lucidità, “fino a Giulio Cesare!”

“Bene! Abbiamo un bel po’ di lavoro da fare” aveva allora detto Giulio “e da quello che capisco per voi è tutto nuovo.”

“Quasi” aveva replicato Ahmed.

“È una bella avventura, vedrete che ce la faremo, se voi ci mettete del vostro” e aveva cominciato a sottolineare i punti fondamentali della preistoria riportati dal loro libro.

Ad un certo punto aveva alzato gli occhi e guardandoli aveva chiesto se andasse bene così.

“Sì, io ho bisogno di uno che mi faccia vedere le cose importanti, se leggo da solo non capisco nulla” aveva risposto Ahmed. Giulio, confermato nel suo lavoro, aveva continuato a sottolineare, spiegandoli, i punti salienti della preistoria.

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