Alaa è una ragazza egiziana che frequenta da anni Portofranco ad Abbiategrasso (Milano). In lei è forte il desiderio di essere se stessa, di avere in questa società una sua identità, quella di una ragazza araba che può lasciare la sua impronta dentro il mondo in cui si è trovata, fino a sentirlo casa sua. Questa esigenza è parte di un dialogo continuo. Nel 25 aprile ha trovato così un’occasione per affermarla, per dire che quella libertà di cui si è tanto parlato comprende anche questo desiderio. Alaa la può affermare per una “casa” che vive, quella casa che è Portofranco. (Gm)



Caro direttore,
non sono solo una ragazza al centro dell’universo; sono una ragazza semplice che è segnata dai piccoli dettagli; la più importante delle sue qualità temperamentali mortali è che a volte ride e a volte piange; il mio umore cambia, i miei pensieri sottili fluttuano mille volte. Non sono che una ragazza i cui occhi parlano più forte delle sue labbra; e la sua penna rivela quello che è davanti alla sua lingua… Si sforza di vedere il suo viso con gli occhi della sua ombra, una ragazza circondata dall’immobilità in tutte le direzioni; le sue idee sono contraddittorie e strane. Potrebbe sembrarti debole mentre costruisce una casa per i forti nel suo cuore. Può sembrare triste e tra le sue costole c’è miseria ed estraniamento. Non sono altro che una ragazza immersa nei sogni e che si siede sui suoi desideri, cercando di convincersi che si avvereranno prima che la morte la prenda. Sono una ragazza che seppellisce i suoi sogni e pensieri che ruotano intorno alla sua testa.



Ancora e ancora, non sono quella persona miserabile in cerca di tristezza, ma piuttosto navigo giorno e notte alla ricerca della gioia e della speranza. Ho un’anima che ama la gioia, ma ciò che accade molte volte la costringe a spegnersi.

Per me l’ansia è come un buco nero la cui bocca basta a tirarmi solo dentro, mentre cerco di aggrapparmi a ciò che è pesante per non essere inghiottita. Sono fiduciosa, sono una persona semplice, felice di quei piccoli dettagli che in realtà non sono piccoli come una rosa rossa posta dentro un libro che amo, o la mia bevanda preferita che qualcuno mi porta senza chiedere di prenderla. La sincerità delle cose mi fa battere il cuore di tanto in tanto, quindi nessuno deve vedermi nei termini dell’immagine che si è ingiustamente fatto di me.



Essere una ragazza ARABA vuol dire per me Casa, e questa casa l’ho trovata qui tra tanti amici e amiche italiane.

Da ragazza araba che ha trovato una casa ho guardato il 25 aprile, questa festa che adesso è anche mia perché è una festa di libertà. E la libertà è la cosa più importante della vita. Io ho lottato, sofferto, vissuto momenti difficili e momenti gioiosi, ma ciò che mi ha reso felice è aver capito di trovarmi a casa mia. Per me questa festa in cui tutti parlano un linguaggio che io capisco poco – fascismo, antifascismo, non fanno parte della mia esperienza – è la festa della libertà e io sono contenta di essere qui una ragazza araba.

Alaa Mossad

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