La carenza di insegnanti non è solo un problema dell’Italia, che ogni anno deve far fronte alla reiterazione di supplenze nell’incertezza della copertura dei troppi posti vacanti. Anche l’Unione Europea nel suo insieme lamenta la stessa difficoltà nel reperimento di docenti. È ciò che emerge dalla riunione che si è tenuta a Bruxelles il 7 marzo tra i ministri dell’istruzione dei vari paesi europei. I dati parlano di una ‘fuga’ in crescita dalla professione, tra chi preferisce cambiare ambito alla ricerca di un lavoro più valorizzante, e chi, soprattutto tra i più giovani, pur in possesso delle dovute competenze, disdegna già in origine l’insegnamento.
Anche i docenti più ‘agè’ cercano di uscire quanto prima dal mondo scolastico, raggiungendo in anticipo la pensione. Le cause sembrerebbero da ricercare principalmente nei salari troppo bassi, combinati ad un carico di lavoro eccessivo e non proporzionato. Come ha dunque intenzione di comportarsi l’Unione Europea? La Commissione europea si è mostrata preoccupata, ed è pronta ad affrontare il problema.
Insegnanti: su cosa deve investire l’UE ?
I ministri dell’istruzione, in occasione della riunione di alcuni giorni fa, hanno voluto porre l’attenzione sulla necessità di ridare prestigio al ruolo dell’insegnante. La Commissione europea al riguardo ha cercato negli ultimi tempi di promuovere la mobilità dei docenti e il riconoscimento di premi nell’utilizzo di pratiche didattiche innovative. Ma ciò evidentemente non basta. I ministri hanno anche espresso l’intenzione di attirare pensionati nella professione e aprire le carriere di insegnamento anche a coloro che eventualmente decidessero di immettersi nel mondo del lavoro più in là negli anni. Poca importanza è invece stata data alla questione della remunerazione nonostante la generale insoddisfazione da parte degli insegnanti europei. Ciò su cui la Commissione europea vorrebbe invece puntare sarebbe più che altro un miglioramento in termini di benessere in classe, non ritenendo il salario motivo di attrattiva verso la professione secondo quanto affermato da Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l’Istruzione.