Amina era rimasta male dalla discussione fatta in classe sulle crociate. La prof stava spiegando l’inizio della prima crociata, quando Lucio aveva alzato la mano e rivolgendosi a loro tre studenti di fede musulmana aveva detto: “Non pensate che queste guerre siano una questione nostra, questi anni hanno dimostrato che la vostra religione ha portato terrorismo e conflitti”.
Mohamed aveva reagito dicendo che la religione musulmana è una religione di pace, Lucio aveva rincarato la dose accusando tutti di non essere decisi nella condanna del terrorismo. La prof, vedendo che il confronto stava degenerando e che la situazione sarebbe sfuggita di mano, era intervenuta dicendo che ogni religione è per la pace e che non dovevano accusarsi così. Poi aveva continuato a spiegare, ma Amina aveva visto che la maggioranza della classe mandava delle occhiate di plauso a Lucio, che si gonfiava il petto per la soddisfazione.
Nessuno era tornato sull’argomento della discussione, ma Amina aveva provato una grande amarezza. Il giudizio negativo su di lei in quanto ragazza musulmana le sembrava netto.
Nel pomeriggio era andata a studiare da un’amica, Lucia, la quale le aveva confessato che anche lei era d’accordo con Lucio, perché non si può parlare di crociate senza fare riferimento al terrorismo che vi è oggi.
Amina non aveva ribattuto, ma il suo cuore aveva sentito una stretta ancor più forte; anche la sua amica sosteneva la contrapposizione tra cristiani e musulmani. Tornata a casa ne aveva parlato con i suoi genitori, che le avevano detto di lasciar perdere: in fondo lei era un’ospite come lo erano loro, quindi che cosa avrebbero potuto dire?
Amina aveva reagito con un forte “no!”, lei non si considerava un’ospite, era come ognuno dei suoi compagni, e si era ritirata in camera sua molto alterata.
La mattina dopo, appena arrivata a scuola, era avvicinata a Lucio e d’impatto gli aveva chiesto: “Dimmi una cosa, ma tu mi vedi come una ragazza che vuole la guerra?”
“Ma cosa c’entra?” aveva reagito Lucio, sorpreso da questa domanda. “Io ieri parlavo in senso generale, parlavo della storia di oggi.”
“Be’! Da oggi non parlare più in senso generale, parla a me come io parlo a te. E ora rispondimi, come mi vedi? Come una terrorista? Rispondimi!”
“Non parlavo di te! No, tu una terrorista no!”
“Bene, continuiamo a parlarci guardandoci in faccia” aveva allora detto Amina. “Tu per me non sei un crociato, tu sei cristiano, un compagno cristiano!”
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