Nessuno avrebbe pensato che l’esperienza di Roberto Filippetti avrebbe avuto risvolti così significativi negli anni.
Molti insegnanti, leggendo, a suo tempo, il libro da lui scritto Educare con le fiabe (Itaca, 2008) furono sorpresi dal fatto che quelle di Andersen in particolare (che si pensava confinate all’attenzione dei bambini e nemmeno di tutti, stante la presenza di elementi drammatici presenti nelle edizioni integrali), erano da lui lette e utilizzate nelle scuole superiori di Padova per presentare se stesso e per spiazzare i ragazzi scardinando stereotipi spesso radicati, lasciando emergere, dopo i primi sorrisetti imbarazzati dei ragazzi, le domande vere sopite nel cuore di ognuno. Non solo, ma il fatto di leggerle ad alta voce in classe era una ulteriore sorpresa: infatti, solo alla scuola primaria si poteva trovare qualche insegnante disposto a ritagliare del tempo da dedicare alla lettura ad alta voce, ma era inusuale che la stessa cosa fosse messa in atto da un professore alle scuole superiori.
Questa felice esperienza del professore ha incontrato quella di Paolo Molinari che, nell’iniziare la sua proposta sul libro fondativo, ha tenuto conto di entrambi i fattori: accostare gli studenti alla buona letteratura attraverso la lettura di testi a voce alta da parte degli insegnanti.
Papa Francesco già il 24 gennaio 2020 nel suo messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali aveva segnalato la necessità di riscoprire storie che riportino alla luce la verità di quello che l’uomo è. E nella recente Lettera sul Ruolo della letteratura nella formazione (17 luglio 2024) richiama fortemente a prendere coscienza della potenza spirituale della letteratura.
L’esperienza del nostro gruppo di lavoro indica quanto sia importante la selezione di testi emblematici e particolarmente significativi (tra cui Andersen), come già scritto ne Il libro fondativo per incontrare l’umano (Sestante, 2013), e la scelta di leggerli a voce alta in classe creando un luogo di per sé educativo che permette di intercettare e portare alla luce le domande di senso presenti nei bambini/ragazzi. Negli ultimi anni, tra l’altro, la lettura a voce alta è stata validata da importanti studi, come ben evidenziato dai testi del prof. Federico Batini.
Si può dire, infine, che il professor Filippetti abbia “sdoganato” Andersen alle scuole superiori, restituendo il senso originario alle intenzioni dello stesso Andersen che scrisse le sue 156 fiabe per tutti, non per i bambini. E come dargli torto se fiabe come L’uomo di neve suscitano stupore più negli adulti che nei bambini (come emerge chiaramente nel bel libro Andersen. Fiabe del desiderio di Molinari, Sestante, 2018)? Sembra la storia di un amore impossibile (tra l’uomo di neve e la stufa), dove il cinismo e il lamento vengono superati dallo spazio dato al desiderio che costituisce la profondità del cuore e che introduce al compimento.
Ora l’editore Bonomo stampa il Quaderno 4 del Libro fondativo, appunto, su Andersen.
Troviamo all’interno un intervento dello stesso Filippetti oltre a quello di insegnanti di scuole superiori, medie e primaria che raccontano le loro esperienze sul campo a partire dalla lettura di questo autore. La presente raccolta quindi, sta ad indicare l’attualità e la potenziale capacità di Andersen di venire incontro alle esigenze profonde degli studenti, in tutti gli ordini di scuola.
Ciò che è iniziato molti anni fa in un Istituto tecnico di Padova indica una strada realisticamente percorribile e promettente. Basta esplorarla.
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