Andrea quest’anno lo aveva trascorso ben nascosto dietro lo schermo del computer. Di fatto non aveva seguito gran che le lezioni in Dad e non gli era bastato l’impegno dell’ultimo mese, le lacune erano troppe. L’esito era stato quello che si era meritato, una bocciatura senza scusanti e il giudizio degli insegnanti molto duro, meglio che cambiasse scuola, il liceo scientifico era troppo per lui, non poteva farcela, meglio una scuola professionale. Andrea aveva frequentato un centro di aiuto allo studio dove aveva conosciuto un giovane insegnante, Maurizio, che lo aveva sostenuto nell’estremo tentativo di rimediare a otto mesi di totale disimpegno.



Andrea era tornato da Maurizio e gli aveva comunicato l’esito dell’anno.

“Bocciato!” aveva detto, senza aggiungere commenti che sarebbero stati fuori luogo.

Maurizio sapeva che quella bocciatura era giusta, per cui non aveva voluto fermare la sua attenzione su cause e concause, ma aveva chiesto ad Andrea che intenzioni avesse per il futuro.



“Io? Ma di continuare qui, evidentemente!”

“I tuoi insegnanti te lo sconsigliano”. aveva obiettato Maurizio.

 “Non capiscono cos’è successo: io sono stato bocciato perché non ho studiato, non perché non sia in grado di fare questa scuola!”

“Io però terrei presente il loro giudizio, stai attento a non finire in una situazione per te insostenibile. Non vorrei che poi incappassi in una nuova bocciatura.”

Andrea aveva reagito con vigore a quanto gli aveva detto Maurizio, si era un po’ alterato e aveva ribadito che lui voleva continuare a frequentare il liceo scientifico. Infine guardando in faccia Maurizio con un’aria di sfida gli aveva sottolineato che i suoi genitori erano d’accordo e che lui impegnandosi avrebbe dimostrato agli insegnanti di avere le capacità per ottenere risultati scolastici positivi. Maurizio si era arreso e gli aveva semplicemente detto di andare nella segreteria della scuola a regolarizzare la sua posizione.



Tre giorni dopo Andrea era tornato da Maurizio e gli aveva confessato i suoi dubbi, pensava di potercela fare ma aveva paura di incontrare i suoi insegnanti, chissà che non fosse meglio cambiare scuola.

Maurizio gli aveva risposto che il problema non era quella paura, ma se avesse interessi particolari che lo potessero indirizzare da un’altra parte.

“Che cosa ti piace?” gli aveva chiesto inchiodandolo in un punto di non ritorno. Avrebbe dovuto rispondere!

“A me piacciono le automobili” aveva spontaneamente risposto Andrea.

“Le automobili?”

“Sì, proprio le automobili, faccio la raccolta di modellini d’epoca e poi ho una passione incontenibile per la formula 1.”

“Perché non prendi in considerazione questa strada? Meccanica, perché non fai una scuola con questo indirizzo?”

“Non saprei, i miei genitori non sarebbero d’accordo” aveva risposto impacciato Andrea.

Maurizio gli aveva suggerito di pensarci seriamente e di riparlarne con i suoi genitori.

“Fare una scuola che ti piace sarebbe importante. Pensaci bene.”

Andrea aveva riflettuto nella direzione suggeritagli da Maurizio e aveva preso la grande decisione, si sarebbe iscritto al secondo anno di una scuola professionale di meccanica. Era riuscito a convincere anche i genitori, i quali avevano fatto marcia indietro rispetto alla loro idea di scuola che prevedeva delle gerarchie in cui una scuola professionale era all’ultimo posto, di fatto una sconfitta.

Andrea era tornato da Maurizio che lo aveva aiutato a trovare la scuola dove iscriversi. La pandemia obbligava ad iscrizioni online. Così avevano fatto, avevano compilato dei moduli e fatto l’iscrizione online. Non erano passate molte ore che era arrivata la risposta, senza possibilità di appello. La segreteria della scuola comunicava: “Gentile signore, in relazione alla sua richiesta dobbiamo comunicare che non abbiamo possibilità di accogliere nuovi studenti. L’elevato numero degli iscritti e la carenza degli spazi non ce lo consente.”

Andrea e Maurizio avevano fatto altri tentativi presso scuole simili, ma la risposta era sempre la stessa.

“E allora?” aveva chiesto Andrea a Maurizio.

“Non so che dirti, tu sei iscritto d’ufficio al liceo scientifico, se non cambiano le cose dovrai fare quello, io ti aiuterò.”

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