Dicevamo?… Scuole aperte al confronto e al dialogo per favorire lo sviluppo di un approccio critico, delle competenze sociali e civiche e l’inclusività, questo è il modus operandi che abbiamo sempre promosso nel nostro liceo classico nell’ultimo lustro, fino all’a.s. 2017/2018, impegnandoci, nonostante l’atavico problema della mancanza di fondi che limita in tutte le scuole la spinta progettuale extracurricolare, nell’apertura effettiva della scuola anche sulla fascia pomeridiana e fino a luglio, tra corsi di recupero per le sospensioni di giudizio e altre attività quali adempimenti finali, perché tanti studenti si trattenessero a scuola.



In tal senso, un’ottima opportunità è stata rappresentata, per il triennio che va  dal 2016/2017, dal Programma Scuola Viva della Regione Campania. Scuole aperte per poter offrire più occasioni a tutti, anche a coloro che sono di estrazione socio-culturale modesta, per sostenere situazioni di disagio e di fragilità e per prevenire situazioni di devianza frequenti non solo negli ambienti più deprivati ma in tutte le zone della nostra città.



E quindi ancora lavoro di squadra, come per ogni iniziativa, in nome della coerenza con l’humus culturale dell’offerta formativa della scuola, per le  opportunità  di crescita complessiva promosse grazie ai finanziamenti europei veicolati dall’amministrazione regionale.

Scuole aperte perché ogni studente avesse uguali possibilità, quelle che in maniera privata le famiglie della classe borghese si danno, ma che possono appartenere a tanti di più se la scuola potenzialmente coinvolta si impegna anche nell’articolata  procedura di adesione e di sostenibilità rispetto ai programmi di Scuola Viva.



Per le scuole che partecipano a tali percorsi si apre una dimensione di dialogo e di confronto ulteriore grazie, per esempio, a esperti di associazioni specializzate per musica o drammatizzazione in lingua madre o in lingua straniera, esperti informatici, madrelingua per accrescere il livello di abilità nell’uso della lingua stessa.

Il profilo amministrativo è chiamato a confrontarsi con procedure che portano ad acquisire specializzazioni sul campo; gli studenti si relazionano con formatori specialisti che ricorrono a modalità coinvolgenti, affiancati da docenti interni chiamati a svolgere il ruolo di tutor, e la scuola tutta cresce nel rispondere ad una sfida gestionale ed educativa a un tempo.

Quali implicazioni abbia tale impostazione è facile intuire: i moduli progettuali vengono definiti nell’ambito delle possibilità proposte secondo l’offerta formativa propria della scuola stessa. Progettare moduli per programmatori di App o per fotografia, moduli di approfondimento delle competenze linguistiche, con annessa opportunità di esame per la certificazione sulla base di un supplemento di impegno nella pianificazione di sistema, ha consentito ai ragazzi di accrescere la propria motivazione anche attraverso ulteriori input.

La fotografia, per toccare un esempio tra tanti, ha rappresentato negli anni precedenti un’occasione già sperimentata, naturalmente ben accolta dai ragazzi e quindi già appartenente all’ampliamento dell’offerta formativa.

Le fotografie realizzate hanno conferito leggiadria e vita nuova alle mura dello storico edificio, quelle che accompagnano la altrettanto storica rampa di scale, lato presidenza, che conduce dal piano terra al primo piano.

E quindi, anche e soprattutto nell’ambito della progettazione definita sulla conclusione dell’a.s. 2017 /2018 per il 2018 /2019, il nostro slancio e il nostro impegno hanno puntato all’analisi della realtà e alla capacità di osservazione dei ragazzi ponendo tali abilità al servizio dell’accrescimento del pensiero critico attraverso una modalità più diretta e pratica: il connubio tra le varie intelligenze e soprattutto il riconoscimento della medesima valenza dei vari networks ha consentito di valorizzare le potenzialità e le competenze di tutti e di ciascuno. E tra queste competenze, rilievo importante hanno sempre avuto quelle sociali e civiche contro ogni forma di illegalità e di stili di vita non sani. L’impegno congiunto tra istituzioni si pone come ulteriore sfida nella sfida comportando un prezioso valore aggiunto. E doverosa sfida è proprio la promozione anche in virtù di certi contesti, di approcci di apprendimento diversi.

Non solo nostra è la convinzione didattica, perché scientifica, della validità dell’Udl, fondato sulla flessibilità, ossia dello Universal Design for learning, divulgato  anche dallo studioso e pedagogista Dario Janes e indicato dal Miur, Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, quale modello per un curricolo inclusivo nel documento dell’agosto 2018, L’autonomia scolastica per il successo formativo, redatto dal gruppo di lavoro istituito con apposito decreto dipartimentale, il 479 del 24 maggio 2017.

Se si propone la tematica formativa ai ragazzi secondo un unico livello o modo, si alzano barriere, invece il modello Udl propone approcci diversi che presuppongono e implicano molteplicità e flessibilità in maniera tale che la variabilità individuale diventi “norma”.

In sostanza, ambienti di apprendimento flessibili che agevolino le differenze di apprendimento individuali e diano quindi espressione ai diversi processi di apprendimento.

Che questa strada porti per mano dall’integrazione all’inclusione è evidente: i bisogni educativi sono complessivamente “speciali” perché diversi nel senso di personali e specifici. E anche nella nostra scuola, come sicuramente in ogni altra scuola, la premura è stata quella di ascoltare ogni bisogno, dal più delicato al più complesso, dal più personale al più familiare, e pertanto di dar voce prioritaria a quella età, l’adolescenza, che in ogni esistenza getta luci e ombre… Con il lavoro di squadra promosso anche le luci più piccole hanno avuto voce… e studenti e famiglie se ne sono accorti.