Uscire dalla comfort zone della lezione frontale, interagire con gli studenti in un dai-e-vai continuo, rendere protagoniste le giovani menti in un confronto che può essere anche acceso, ma sempre disciplinato da “regole del gioco” da interiorizzare man mano, quasi senza accorgersi. Ecco le sorprese che ogni insegnante – ma prima ancora ogni lettore – potrà ricavare dalla lettura di Educare a pensare. Teoria e pratica della disputa regolamentata di Marco Ferrari e Massimo Nardi (Carocci Tascabili Faber, 2025).
Un testo utile a chiunque voglia ripensare le pratiche educative senza però attingere a soluzioni preconfezionate, e che piuttosto stimola una riflessione profonda sull’importanza del pensiero critico, del dialogo costruttivo e della responsabilità civile, fornendo un armamentario di strumenti per tradurre queste idee in azioni efficaci.
Educare a pensare non è un ricettario di tecniche didattiche. Il libro tesse una trama complessa che intreccia teoria e pratica, riflessioni pedagogiche e strumenti operativi. Al centro di questa trama si trova il protocollo di disputa regolamentata Age Contra, un approccio metodologico che affonda le sue radici nella tradizione filosofica ma che si apre a orizzonti multidisciplinari. Questo protocollo non è presentato come una soluzione definitiva, bensì come un framework flessibile e adattabile ai diversi contesti educativi, punto di partenza per sperimentare percorsi di apprendimento significativi.
Uno degli aspetti più stimolanti del volume è la sua attenzione alla dimensione relazionale e comunicativa della disputa. Non si tratta semplicemente di insegnare agli studenti a vincere un dibattito, bensì di educarli a un confronto costruttivo e rispettoso, in cui l’obiettivo è la ricerca della verità e la comprensione delle diverse prospettive.
In questo senso, il libro di Ferrari e Nardi sottolinea l’importanza di coltivare virtù come l’ascolto attivo, l’empatia e l’onestà intellettuale, elementi indispensabili per una “disputa felice”, fornendo anche indicazioni pratiche su come strutturare e condurre una disputa regolamentata, arrivando fino agli aspetti non verbali e paraverbali.
I contributi dei due curatori definiscono immediatamente le regole e il campo da gioco. Nardi, nel primo capitolo, delinea le dimensioni fondamentali del pensiero e le linee di convergenza tra pensare, educare e disputare. Ferrari, dal canto suo, introduce il protocollo Age Contra, descrivendone le fasi, gli obiettivi e le competenze coinvolte. Questo protocollo, arricchito dalla fase del “Riconoscimento”, si distingue per l’enfasi sull’importanza di valutare criticamente le proprie posizioni e di riconoscere il valore degli argomenti altrui. Una pratica didattica che nasce dall’esperienza decennale delle Romanae Disputationes e dei tornei di disputa Age Contra per studenti liceali e universitari promossi da Amore per il Sapere Ets.
Altri autori contribuiscono ad arricchire il quadro teorico e pratico del volume. Bruno Mastroianni, che al tema ha dedicato vari saggi, analizza il rapporto tra argomenti e obiettivi della comunicazione, mettendo in guardia contro il rischio che la disputa degeneri in litigio. Gian Paolo Terravecchia, che da anni si occupa di argomentazione sia da filosofo sia da insegnante, paragona la disputa regolamentata all’aikido, evidenziando come essa possa trasformarsi in un’armonia di opposti anziché in un conflitto insanabile. Paolo Vidali illustra i diversi tipi di argomenti e inferenze utilizzabili in una disputa, mentre Andrea Gilardoni delinea le regole per una discussione razionale.
Un’attenzione particolare merita il contributo di Pier Cesare Rivoltella, che affronta il tema dell’intelligenza artificiale e dell’argomentazione. Rivoltella esplora le opportunità e le problematiche degli strumenti di IA generativa nell’educazione, suggerendo di utilizzarli come supporto alla disputa e favorendo l’autovalutazione dello studente. Allo stesso tempo il pedagogista dell’Università di Bologna mette anche in guardia contro il rischio di un “effetto di autorità” e sottolinea l’importanza di sviluppare un pensiero critico per interagire in modo efficace con questi strumenti.
Il libro non manca di offrire spunti operativi e metodologie didattiche concrete. Vengono presentati diversi esercizi pratici per allenare il pensiero critico e le capacità argomentative degli studenti, come “Interrogare il testo scritto”, “Caccia alle risposte” e “Un testo per amico”. Questi esercizi mirano a sviluppare la decodifica autonoma dei testi, l’analisi delle parole chiave, la capacità di porre domande pertinenti e di valutare criticamente le informazioni.
Un libro quindi da non leggere – per non tradirne lo spirito – come un manuale di istruzioni, pur essendo ricchissimo di spunti pratici e applicativi. Piuttosto, e più fecondamente, come un invito a cimentarsi con l’evidenza che la verità, nella scuola come nella vita, non è l’esito di uno sforzo solitario ma qualcosa che si costruisce insieme ad altri, senza timore di litigare (disciplinatamente!).
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