DRAGHI VERSO RIENTRO IN PRESENZA IL 10 GENNAIO

La decisione finale sul rientro a scuola verrà presa domani nel Consiglio dei Ministri dove è atteso un nuovo aggiornamento sulle regole anti-Covid, visto il propagarsi della variante Omicron su larga scala anche in Italia (oggi +170mila contagi, ma ricoveri ancora non “tragici” nei numeri).



Secondo autorevoli fonti di Governo all’ANSA, l’indirizzo del Governo resta quello di mantenere la didattica in presenza con il rientro confermato tra il 7 e il 10 gennaio. Dubbi e perplessità sono state manifestate da presidi, sindacati e alcuni organi scientifici e politici: per Palazzo Chigi però la linea della presenza resta primaria, così si prospetta una possibile revisione delle regole per quarantena, contagi, Dad e tracciamento. La soglia per far scattare la didattica a distanza potrebbe essere a questo punto aumentato in particolare per le fasce di età che hanno una copertura vaccinale più elevata (over-12): si rifletterebbe la proposta partorita oggi dalla Conferenza delle Regioni (qui sotto i dettagli, ndr), anche se non tutti sono concordi. Attacca Turi del sindacato Uil: «Nulla è stato detto in merito alle misure che saranno prese domani in Consiglio dei Ministri per il rientro a scuola il 10 gennaio. Un silenzio, dopo il vertice di Palazzo Chigi sul tema (ragione per la quale la riunione è stata spostata di un’ora e mezza) che i sindacati non attendevano, giudicato uno sgarbo istituzionale». Contestando anche l’incontro odierno avvenuto con il Ministro Miur Bianchi – su temi di Manovra e non di regole Covid, ndr – Pino Turi (responsabile nazionale Uil Scuola) conclude, «Nessun dato ufficiale è stato diffuso sui contagi a scuola e sul tracciamento. L’accordo firmato (su distanziamento, aereazione, tracciamento, presidi sanitari) è rimasto sostanzialmente inattuato».



BOZZA REGIONI: COSA CAMBIEREBBE

Questo primo pomeriggio, in vista del Cdm di domani, il Premier Mario Draghi ha ricevuto a Palazzo Chigi i Ministri Miur Patrizio Bianchi e della Salute Roberto Speranza, con loro anche il commissario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo. Sul tavolo, oltre alle regole su Green Pass lavoro e andamento campagna vaccini, il tema del rientro in classe e le regole per contagi/quarantene a scuola.

Nel frattempo alla Conferenza delle Regioni, la commissione Salute ha stilato la bozza con tutte le proposte in merito al rientro a scuola dal 7-10 gennaio: misure differenziate a seconda dell’età, non più distinzione (con rischio discriminazione) tra vaccinati e non vaccinati:



Scuole infanzia: quarantena 7 giorni con un solo caso Covid
Elementari-medie (under 12): quarantena 7 giorni con 2 o più casi Covid
Medie (over 12) e superiori: quarantena 7 giorni con 3 o più casi Covid

Per le classi in quarantena è prevista la Dad, mentre per tornare in classe è previsto un tampone rapido o molecolare tra il quinto e il settimo giorno: soltanto in caso di sintomi durante tale periodo verranno intraprese possibili altre misure di contenimento dei contagi da parte delle Asl.

DOMANI CDM SU REGOLE SCUOLA: LE PRIME ANTICIPAZIONI

Dopo il “no” secco del Governo all’ipotesi avanzata dal Cts di allungare le lezioni a scuola fino a giugno, si attende una decisione nelle prossime ore per potere varare in CdM domani le nuove regole sul rientro in classe dal 10 gennaio. Con una maggioranza spaccata sulla proposta di inserire distinzioni sulla Dad tra studenti vaccinati e non, le Regioni sono tornate sui propri passi e hanno presentato una nuova bozza di provvedimento che verrà discusso nel pomeriggio.

«Alle elementari e in prima media, con 4 o più contagi in classe, è prevista per una settimana la Dad e la quarantena per tutti gli alunni della classe, oltre al tampone (quest’ultimo necessario solo per i non vaccinati, se quelli con copertura vaccinale non hanno sintomi)»; così si legge nelle anticipazioni emerse all’ANSA della bozza di documento che le Regioni discuteranno tra qualche ora, mentre il Ministro Miur Patrizio Bianchi incontrerà i sindacati per fare il punto sul rientro in classe la prossima settimana. Sotto questa soglia fissata dalle Regioni, prosegue la bozza, è prevista l’auto-sorveglianza per tutti e la raccomandazione di indossare la mascherina Ffp2, oltre a quella di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti da quelli familiari.

DE LUCA VS GOVERNO: “PERDONO TEMPO SULLA SCUOLA, DECIDO IO”

Domani in Consiglio dei Ministri si presenteranno le varie posizioni, con la linea Draghi che vorrebbe però mantenere la promessa di riaprire tutto in presenza il 10 gennaio nonostante il forte rialzo dei contagi dovuti alla variante Omicron. Assieme all’obbligo di Super Green Pass al lavoro, sul tavolo del Cdm giungerà il parere delle Regioni ma anche l’esito del confronto Miur-sindacati e, forse, un nuovo parere del Cts che pure ieri con il coordinatore Franco Locatelli a “La Repubblica” aveva aperto non poco lo spiraglio per un ritardo nel rientro in classe: «Al limite possiamo ragionare di una settimana, allungando però le lezioni a giugno, non dobbiamo privare i nostri ragazzi di un singolo giorno di scuola». Il Governo ha però smentito ogni ipotesi, tanto da scatenare la rabbia del Governatore di Regione Campania Vincenzo De Luca: intervistato oggi da “La Stampa” attacca, «Il governo perde tempo. Ritengo utile ritardare di due-tre settimane il rientro in classe, per sviluppare una campagna di vaccinazione vasta per la popolazione studentesca». Se la situazione diventerà drammatica nelle prossime settimana, promette il Presidente della Campania, «farò da solo», ergo provvederà a porre provvedimenti per scuole chiuse per almeno «2-3 settimane», «la Dad ha permesso di evitare danni sanitari pesanti e anche adesso chiudere le scuole sarebbe la scelta più utile per la salute e la formazione […] Componenti interne al governo impediscono scelte nette, efficaci e in tempo utile».

CAOS SCUOLA, IL MONITO DI ZAIA

Nel frattempo anche il collega del Veneto Luca Zaia si dice possibilista per un breve ritardo nel rientro in presenza a scuola: raggiunto dal “Corriere della Sera”, il Governatore leghista spiega «Tifiamo tutti per la ripartenza il 10 gennaio, ma se ce lo consigliassero gli scienziati, non sarebbe una tragedia rinviare all’inizio di febbraio. Ci vuole l’onestà intellettuale di avvisare i cittadini se i dati epidemiologici dovessero peggiorare, l’ipotesi dello slittamento della data del ritorno in classe è sul tavolo». Per Zaia una delle ipotesi presentate anche alle altre Regioni sarebbe quella di valutare l’introduzione dell’auto-monitoraggio a scuola: «consegnare a tutti gli studenti, una o due volte alla settimana, un kit per il test fai da te. In questo modo riusciremmo a intercettare i positivi prima che il contagio dilaghi». Infine è ancora il Presidente Veneto a lanciare un appello al Governo Draghi in vista del possibile CdM di domani: «deve essere la comunità scientifica, dati alla mano, a certificare la possibilità di aprire. Non sono i talk show, è il Comitato tecnico scientifico che certifica dati alla mano: faccio appello al Cts e all’Iss affinché entro questo settimana ci dicano se dal 10 gennaio si può aprire la scuola. Se sì, per chi». Ricordano l’esperienza dell’anno scorso, dove «ci siamo affidati al fai da te e alle sensazioni», ora è fondamentale per Zaia «essere anche severi sulla valutazione. Tifiamo tutti perché si apra la scuola: si può aprire facendo autodiagnosi e screening, il tema delle mascherine è fondamentale. Oggi parleremo di questo durante la riunione dei governatori».