Abbiamo accolto con soddisfazione la pubblicazione della classifica Eduscopio 2023 elaborata dalla Fondazione Agnelli che quest’anno colloca il Liceo Scientifico Romano Bruni nella terza posizione tra i licei scientifici (statali e paritari) della città di Padova, confermando il trend dell’istituto, positivo da diversi anni e sempre ai primi posti. Confrontando il nostro risultato dell’indice FGA con quello di tanti altri licei paritari ci troviamo ai primissimi posti anche su scala nazionale. Come si sa, i dati elaborati riguardano il percorso post-diploma degli ex alunni delle scuole superiori e monitora il loro progresso nel primo anno di studi universitari. I nostri ex alunni hanno quindi iniziato in modo proficuo i loro studi mostrando di aver ricevuto una buona preparazione metodologica e soprattutto di averla interiorizzata e attivata per affrontare il mondo universitario. Ma cosa è accaduto prima? E cosa accadrà dopo?



Il risultato lusinghiero, per quanto ci riguarda, non è frutto di una cultura della selezione, ma di una cultura della cura. È questo il dato interessante, e per certi versi unico, che viene mostrato dall’ultimo indicatore della classifica che la Fondazione Agnelli ha inserito dal 2018/19: “Diplomati in regola”, ovvero la percentuale degli studenti che, partiti al primo anno, arrivano al diploma. Scrive la stessa Fondazione: “Si tratta di un indicatore importante, perché ci dice per ogni scuola quanti studenti iscritti al primo anno hanno raggiunto senza bocciature il diploma 5 anni dopo. Se la percentuale è alta, la scuola è molto inclusiva e si impegna a portare avanti il maggiore numero di studenti, senza praticare una severa politica di scrematura: così gli studenti hanno percorsi più regolari. Se è basso, la scuola è molto selettiva e gli studenti sono incappati in bocciature e/o hanno abbandonato l’istituto”.



Nel nostro liceo l’indicatore è all’88%, un dato che distacca ampiamente le altre scuole che, invece, coniugano i primi posti nella classifica con percentuali del 60%, ovvero su 10 studenti, solo 6 arrivano al diploma con un percorso regolare. Mantenere dunque ottimi risultati senza una selezione generalizzata è una sfida avvincente e non sempre facile, perché passa per l’attenzione al singolo studente.

Questa cura non ha come elemento fondamentale la performance, ma il continuo richiamo al lavoro e alla capacità critica dello studente, che ogni mattina è invitato ad esercitare di fronte agli argomenti proposti dai docenti. Senza sconti sulle materie e sulle valutazioni, ma con attenzione al suo progresso e alla sua persona. Ognuno è così chiamato a dare il suo massimo. Questo avviene imparando il metodo specifico per comprendere ciascuna disciplina e maturando una consapevolezza di sé, dei propri limiti e dei propri talenti. L’elemento scatenante di questo lavoro pensiamo stia in questo: che lo studente avverta nel docente una vigile passione per la realtà, per il fenomeno studiato, e per la sua stessa persona in modo che ogni elemento della disciplina (umanistica o scientifica) desti curiosità e voglia di comprendere. Per poter mantenere vivo questo approccio i docenti lavorano in team, continuamente accompagnati anche loro a riprendere con attenzione il proprio lavoro.



Oltre a queste considerazioni è altrettanto importante ricordare che c’è ben altro e che l’assunto per cui la scuola migliore sia quella i cui ex studenti fanno bene il primo anno di università è piuttosto riduttivo. Può essere che faccia un buon orientamento, che gli studenti provengano da un contesto sociale elevato e favorente gli studi post-diploma e via dicendo. Crediamo infatti sia che la scuola formi a ben di più, sia che il suo effetto sia ben più a lungo termine. L’indicatore che non si può rilevare è infatti l’educazione, la capacità di affrontare le sfide della vita e non solo dello studio, di essere capaci di andare nel mondo, all’estero, di maturare esperienze per formare la propria strada anche al di là dei soliti percorsi e schemi che le classifiche non certo rilevano. Riteniamo dunque che il contributo che la scuola può dare al mondo, e non solo a quello universitario, è quello di formare una persona capace di affrontare la realtà secondo i metodi che essa stessa richiede e curiosa di cercare il senso a tutto ciò che accade.

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