La scuola è fluida. Perde forma. Evapora. Puff… si volatilizza. Prendi l’altro giorno, per esempio: vengo a sapere che Duretto e Tenerini mancheranno tutta la settimana perché impegnati in un progetto Pcto. Mi indigno con una collega.
Ma scusa, il consiglio di classe non aveva già deliberato un Pcto unico per tutti? Che c’entra che Duretto e Tenerini ne fanno un altro? Qui ognuno fa quel che gli pare?
Eh, ma è un progetto interessantissimo, sul linguaggio del cinema!
Ma per carità, sarà interessantissimo, ma che facciamo? Se poi, dopo Duretto e Tenerini, scappa fuori Manganello che vuole fare in aggiunta un progetto sulla moda, e poi Salvato e Paradiso un progetto sulla nouvelle cuisine e poi ancora Loffredo, Rondinella e Cupi un progetto per diventare youtuber di successo, chi glielo può impedire? Ma tu capisci che così la classe, il gruppo classe non c’è più.
E allora? Chi sono io per giudicare? Chi siamo noi?
Eh… vorrei proprio saperlo…
Vogliamo negare ai nostri studenti di fare queste appassionanti esperienze?
No, ci mancherebbe. Solo che se sono così appassionati potrebbero farle di pomeriggio…
Ah, a proposito, volevo comunicarti che Garfagnoni la prossima settimana non c’è, perché è stata accettata dagli avieri per un corso di formazione. Torna in presenza tra quindici giorni.
Ecco, vedi… E perché non gli alpini? O i granatieri di Sardegna? O i partigiani dell’Anpi?
Non ti preoccupare. Non discriminiamo nessuno. Verranno tutti, tutti avranno la loro possibilità di prendersi qualche studente. Magari i partigiani dell’Anpi ci metteranno un po’ di più, ma verranno, verranno!
O partigiano portami via…
Prego?
Niente, canticchiavo.
E poi, scusa, a proposito di discriminazione… mica andiamo bene. Sei un po’ indietro, pericolosamente indietro, caro collega. Tu violi la privacy. Tu fai i cognomi degli studenti. Non va bene.
E che dovrei fare?
Devi usare i numeri!
Ok, quindi, per esempio, la 15 e il 22 del terzo A.
No! No! No! (ha uno scatto di parossismo che mi mette paura).
Ho detto qualcosa che non va?
Hai violato il protocollo Alias! Presente? È stato affisso in tutte le classi! Non puoi non averlo visto: è tutto un arcobaleno! Non devi dire “la 25”, ma 25 e basta. L’articolo non lo decidiamo noi, lo decide l* studente (ha detto proprio l*, senza metterci la vocale finale, con una sorta di strano singulto!).
Vabbè, comunque, se Duretto e Tenerini…
No! No! No! Devi dire: “se 4 e 15 della terza A”
Il “soggetto assente”, appunto.
Prego?
Niente, pensavo ad alta voce… In conclusione, se si riesce a concludere qualcosa, io vorrei avere una classe intera a disposizione, perché vorrei lavorare con i ragazzi, leggere, discutere, approfondire, parlare di noi, del mondo. E non posso farlo con una classe a singhiozzo.
A proposito, ti informo che il prossimo mese partirà proprio in questa classe il progetto del debate. Ogni docente dovrà stornare almeno il 10 per cento delle proprie ore per preparare gli studenti. Capirai, partecipano al campionato nazionale… E poi c’è l’educazione civica, e l’orientamento universitario. E non fare obiezioni: i Pcto sono nel Ptof coi Fondi Pon e Pnrr e poi c’è il Rav che mica possiamo far finta che non c’è, no? (la guardo con stupore: questa sarà la prima ad essere vaporizzata dal Grande Fratello. Mi sento sulla panchina di Ale e Franz).
Comunque il Cdc tutta questa roba non l’ha approvata in sede di programmazione di inizio anno (ho uno scatto di dignità e voglio dimostrare che anch’io conosco le sigle, cavolo!).
E va bene, ma ormai è così. Quest’anno va così. È il destino.
Una tragedia greca…
Prego?
Niente, lascia perdere.
In quel momento entra un vecchietto, un po’ claudicante. Passa davanti al busto di Cicerone, che è lì nel corridoio, e fa come una riverenza. Viene da noi, sorridendo ammiccante.
Eh, il nostro vecchio liceo eh?
Chi cerca, scusi?
Sono dell’Anpi. La preside c’è?
(Interviene prontissima la collega) L’ufficio di presidenza è al secondo piano. L* preside è molto occupat*, ma se ha un appuntamento la riceverà di sicuro.
Il partigiano ci è rimasto male. Crede che lo stiamo prendendo in giro. Ringrazia a malincuore e se ne va. Lo sento bofonchiare qualcosa tipo “Glielo avevo detto che non ci volevo venire… qui sono tutti matti!”.
Mi giro, cerco la collega, ma non c’è. Evaporata? Sono solo nel corridoio. E anch’io mi sento fluido.
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