Mentre la scuola sta vivendo un momento non facile, non dobbiamo dimenticare che la vita continua. E uno dei momenti più delicati, sempre del mondo della scuola, è il momento dell’iscrizione. Soprattutto alla scuola media superiore. È una scelta che segnerà il futuro dei nostri ragazzi, i quali, a 13 anni, stanno iniziando a costruire la loro vita.
Le iscrizioni, come è noto, aperte il 4 gennaio, chiuderanno il 28 gennaio. Credo sia giusto ripetere che non conta chi sceglie per primo, perché l’iscrizione è a sistema, cioè digitale, e tutti sono alla pari sino all’ultimo giorno.
Come abbiamo suggerito durante i tanti incontri con i genitori, vale un proverbio Tuareg: “Fermati un attimo, arrivi prima”. È bene prendersi tutto il tempo per ponderare bene la scelta, oltre anche i pregiudizi che, a volte, ho visto essere presenti. Ne elenco qui alcuni: che nella scelta debbano prevalere le aspettative dei genitori sulle attitudini dei figli, oppure un’idea tutta vecchia del primato dei licei, come prospettiva culturale ed educativa, sugli istituti tecnici e professionali, come sui Cfp, oppure che solo alcune sono le materie culturali, come italiano o filosofia o latino, rispetto a meccanica o elettrotecnica o matematica finanziaria, oppure che solo i licei abilitano alla scelta universitaria, e così via.
Credo sia giusto ribadire, da vecchio preside, che è importante anzitutto il dialogo in famiglia, e poi il raccordo diretto con i docenti delle scuole medie, che hanno seguito da vicino il progress formativo di questi ragazzi, tanto da formulare un “giudizio orientativo” per facilitare una scelta che comunque resta a carico delle famiglie.
Poi, come consiglio, invito sempre i ragazzi a non lasciarsi guidare dalle scelte dei propri amici, mentre invece conta ciò che ognuno ha maturato a scuola, in termini di preparazione di base, di attitudini, di sensibilità, anche di sogni nel cassetto. Con un’appendice, cioè un piccolo esercizio: mettersi davanti ad uno specchio e guardarsi negli occhi, per capire anzitutto se stessi, le proprie passioni e la consapevolezza del lavoro fatto alle scuole medie.
Provo infine a riassumere, punto per punto, alcuni suggerimenti, in modo da dare una mano, nonostante, secondo Skuola.net, la maggioranza dei ragazzi abbia dichiarato di avere le idee chiare.
Lo faccio non per creare inutili allarmismi, ma per aiutare alla consapevolezza della scelta, visto quanto conferma ogni anno Almalaurea. Dalle interviste agli studenti laureati sulla loro scelta di scuola superiore, emerge un risultato che non può non far riflettere: la metà circa di loro ammette che, se tornasse indietro, farebbe un’altra scelta di scuola superiore.
Dunque, la scelta deve essere consapevole, cioè non improvvisata. Secondo questo ordine di priorità.
1) Dialogare. Sembra una cosa scontata, ma non lo è. Perché, a volte, sono le aspettative dei genitori che prevalgono, oppure quelle dei figli, ma il confronto deve esserci tutto. Perciò, parlarsi e guardarsi negli occhi.
2) Poi, essere sinceri sulla preparazione maturata alle scuole medie. In particolare su alcune discipline. Come va in matematica? Quanto si studia al pomeriggio? Quando un docente assegna un brano o un libro, come viene accolto il compito? Un ragazzo o ragazza sente spontaneo tradurre un’indicazione con un rimando alla parte pratica, cioè viene spontaneo voler capire e privilegiare un congegno rispetto alla sola formulazione teorica? Si è spontaneamente sognatori? Infine, cosa dice il consiglio orientativo?
3) Raccogliere informazioni su tutte le scuole. Internet ci offre con facilità i diversi progetti educativi dei singoli istituti con i quadri orario ed i progetti che integrano i percorsi di studio. Ma anche le tipologie di laboratorio e le proposte come scambi, viaggi studio, gruppi vari. Senza farsi abbagliare troppo dal marketing degli istituti.
4) Chiedere agli ex studenti. Partendo dai conoscenti, dagli amici più grandi e che ancora frequentano, per capire la scuola reale.
5) Infine, un occhio al mercato del lavoro. Sapendo che le professioni cambiano velocemente, un occhio all’andamento del mercato del lavoro bisogna averlo. Come sarà il lavoro nel 2032? Chi può dirlo. Quello che conta di più è guardare al profilo in uscita (conoscenze, abilità e competenze che la scuola deve portare ad avere al momento del diploma) che garantiscono la necessaria flessibilità in un mondo che cambia in fretta.
E in caso di contrasto tra genitori e figli?
Anche in caso di contrasto, per chiudere, le aspirazioni dei nostri ragazzi vanno privilegiate rispetto a quelle dei genitori. Sapendo che, in caso di errore di scelta, esistono sempre le famose passerelle, cioè il riorientamento con il passaggio ad altra scuola.
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