Dopo gli scritti, svolti in marzo, si stanno avviando in queste settimane le convocazioni per le prove orali e pratiche del concorso docenti 2024 che si protrarranno fino ai mesi di giugno e luglio: un calendario che potrebbe non rendere praticabile il completamento delle graduatorie di merito dei vincitori e le conseguenti assunzioni per l’a.s. 2024-25, “vincolate” alla timeline delle assunzioni del PNRR, tenuto conto che le operazioni di immissione in ruolo si svolgono normalmente proprio nel mese di luglio.
La prova orale di questo concorso 2024, previsto dal PNRR per impegnare l’Italia ad avere un più adeguato numero di docenti in ruolo, mira ad accertare il grado di conoscenza e di competenza del candidato nella disciplina per la quale partecipa; le competenze didattiche generali; la capacità di progettazione; l’uso delle tecnologie e dei dispositivi elettronici multimediali; le competenze almeno di livello B2 in lingua inglese. Momento centrale della prova orale è una lezione simulata, per valorizzare, nella selezione, la verifica delle effettive capacità didattiche dei candidati.
La fase delle prove orali di questo concorso docenti 2024– bandito per l’insegnamento nell’infanzia, nella primaria, nella scuola secondaria di primo e secondo grado e per l’insegnamento di sostegno – è una procedura inevitabilmente resa complessa da alcuni fattori.
Innanzitutto dall’elevato numero di candidati ammessi alle prove orali: 197.894 gli aspiranti delle scuole secondarie di primo e secondo grado ammessi al colloquio orale e 44.615 quelli della scuola dell’infanzia e primaria. La complessità organizzativa, inoltre, è legata all’impegno gestionale degli Uffici Scolastici Regionali nell’individuare le scuole sedi delle prove ed i componenti delle commissioni – dirigenti scolastici e docenti – da impegnare senza esonero di servizio e proprio in un periodo dell’anno scolastico dove sono numerosi gli impegni didattici ed organizzativi, con la complicazione che, in numerose situazioni, è necessaria l’individuazione di più sottocommissioni (in Campania, ad esempio, per la sola classe di concorso A022 sono previste 10 sottocommissioni). Vi sono, infine, da predisporre per diverse classi di concorso elenchi e calendari tra Regioni diverse che consentano lo svolgimento della prova orale in zone cosiddette “di aggregazione territoriale”.
Tempi stretti, dunque, per terminare le procedure concorsuali entro il 31 luglio 2024, dando la precedenza alle classi di concorso con molti posti messi a bando al fine di realizzare il maggior numero di immissioni in ruolo per l’a.s. 2024-25.
Queste nuove modalità di concorso 2024 sono quelle previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza mirate all’assunzione in ruolo di oltre 30mila docenti nelle scuole di ogni ordine e grado, a cui si è aggiunto un ulteriore contingente di circa 14mila posti autorizzato dall’Europa nell’intento di contribuire a ridurre la precarietà del personale docente e a garantire una maggiore stabilità di insegnanti nelle scuole. La promessa di nuove assunzioni tramite concorso nel delicato settore dell’istruzione – dichiarò il ministro Giuseppe Valditara – conferma “il nostro convinto proposito, nel quadro degli impegni assunti in sede europea con il PNRR, di valorizzare il ruolo dei docenti, garantendone nuove competenze e la presenza anche nelle aree più disagiate del Paese”.
Secondo le regole del periodo transitorio del PNRR, ai concorsi per la scuola secondaria sono stati ammessi i candidati che – insieme al titolo di studio di accesso alla classe di concorso richiesta – nei 5 anni precedenti abbiano svolto almeno 3 anni scolastici di servizio nelle istituzioni scolastiche statali (di cui almeno uno nella specifica classe di concorso per cui si concorre) oppure abbiano già conseguito, entro il 31 ottobre 2022, i 24 CFU/CFA quale requisito del previgente ordinamento.
Oltre questo concorso 2024 il ministero dell’Istruzione ha assunto nel mese di settembre 2023 circa 40mila nuovi docenti e vi è l’impegno del Governo italiano di reclutarne altri 70mila entro il 2026 come passo significativo verso il miglioramento della copertura degli organici nelle scuole italiane. Per l’attuazione di tale impegno il Governo ha approvato il decreto legge n. 19 “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del PNRR”, pubblicato in G.U. il 2 marzo scorso che, nell’articolo 14, comma 7, autorizza il ministero dell’Istruzione e del Merito a utilizzare – nel rispetto dei limiti numerici stabiliti dal ministero dell’Economia e delle Finanze per le assunzioni del 2024-25 – i posti residuali dalle singole procedure concorsuali per le successive assunzioni tra il 2024 e il 2026, così da rispettare il target di 70mila nuove immissioni in ruolo previsto dalla riforma del sistema di reclutamento dei docenti – R 2.1 della Missione 4 – Componente 1 del PNRR.
Il PNRR rappresenta, dunque, un’opportunità di miglioramento del sistema scolastico italiano dal punto di vista dell’assunzione del personale docente per il prossimo triennio 2024-26. La previsione contenuta nel decreto legge n. 19/2024 rende più a portata di mano l’avvio di ulteriori procedure del concorso per l’assunzione di ulteriori 20mila docenti entro dicembre 2024, di altri 20mila docenti entro settembre 2025, seguiti da altri 30mila entro giugno 2026: tappe che mirano a stabilizzare gli insegnanti, a dare continuità nell’insegnamento e a garantire una maggiore stabilità nelle scuole.
Una previsione certamente da accogliere con favore, ma che non risolve definitivamente il problema del reclutamento dei docenti e del cronico precariato scolastico. Negli ultimi dieci anni vi sono state, infatti, ben nove procedure concorsuali che hanno lasciato scoperte circa la metà delle cattedre libere, portando a incrementare il numero dei posti a supplenza che sono arrivati a sfiorare, come all’inizio di quest’anno scolastico 2023-24, i 250mila contratti annuali. Numeri che indicano la necessità di apporre modifiche e semplificazioni al modello di reclutamento, anche prevedendo l’assunzione sui posti vacanti in organico di fatto attraverso le GPS su posto comune e sostegno. O cominciando anche a sperimentare modalità di concorsi organizzati tra reti di autonomie scolastiche statali mirati all’assunzione diretta di personale docente su cattedre disponibili e con caratteristiche professionali adatte alle specificità culturali e didattiche dell’utenza.
Un modo certamente più celere ed efficace per reclutare chi, attraverso la professione docente, è chiamato ad una delle funzioni più alte per il bene della società.
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