Giuseppe Conte a tutto tondo nella conferenza stampa di fine anno e il premier si è soffermato anche sul dossier Scuola. Il Governo ha fissato la riapertura degli edifici scolastici il prossimo 7 gennaio 2021: «Abbiamo approfittato del mese di dicembre per compiere un ulteriore passo in avanti, per entrare in una logica di massima flessibilità. Abbiamo coinvolto i prefetti, a livello provinciale sono stati istituiti dei tavoli che hanno lavorato intensamente con tutte le autorità coinvolte per cercare di trovare una sintesi. Abbiamo compreso che il sistema è così integrato che non è possibile decongestionare i flussi che si producono anche intorno alla scuola, per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, e non è possibile operare se non si integrano questi reparti diversi».
Il premier Conte ha poi analizzato il lavoro fatto per fare ripartire la Scuola, esprimendo fiducia: «Le prefetture hanno avuto il mandato di coordinare delle soluzioni flessibili, addirittura da valutare città per città e scuola per scuola, da ultimo c’è stata una disponibilità a differenziare gli orari di ingresso non solo nelle scuole ma anche negli edifici pubblici. Il trasporto sicuramente si è rivelato uno dei momenti più critici: se dovessimo rispettare le regole di distanziamento occorrerebbe quintuplicare la flotta dei mezzi di trasporto, cosa che ha dei limiti. Ma vorrei ricordare che abbiamo investito 3 miliardi per sostituire la flotta dei bus e abbiamo investito 390 milioni per favorire il noleggio di mezzi privati. Sono tutte iniziative che devono essere messe a terra a livello regionale. Questa premessa è necessaria per dire che auspico che il giorno 7 le scuole secondarie di secondo grado possano ripartire con una didattica integrata almeno il 50% in presenza. Delle soluzioni territoriali sono state trovate in maniera efficace ed efficiente».
SCUOLA, CONTE: “SUGLI STIPENDI DOBBIAMO FARE DI PIU’”
Un ulteriore segnale per la Scuola è arrivato questa mattina: il Ministero dell’Istruzione ha reso noto infatti che il Comitato tecnico scientifico ha analizzato il report dell’Ecdc sulla scuola, che conferma che la scuola non è stata responsabile della seconda ondata e che la sospensione delle attività didattiche in presenza deve essere limitata e temporanea, considerando l’impatto negativo sulla salute degli studenti.
Sempre parlando di Scuola, il premier Conte ha fatto il punto sugli stipendi del personale scolastico: «Il mio stipendio da professore universitario era molto più modesto rispetto agli stipendi di altri Paesi. Noi siamo intervenuti con 400 milioni per il contatto del pubblico impiego e con 850 milioni all’anno nella legge di Bilancio come indennità a medici e infermieri da riconoscere già a partire dal 1° gennaio. Per gli insegnanti gli stipendi non sono elevati e dovremo fare uno sforzo in più».
E il Governo è al lavoro per intervenire anche su questo fronte: «Siamo al lavoro per migliorare la qualità dell’insegnamento e il piano pluriennale con 25 mila insegnanti di sostegno è qualificante, andando a favore degli alunni con disabilità. Questo è un grande segnale che diamo al settore della scuola, che tradizionalmente su questo fronte non è negli standard più elevati del mondo occidentale».