Il nuovo decreto Covid ha comportato importanti novità per la scuola, con la riapertura degli istituti fino alla prima media anche in zona rossa. Come già rimarcato in precedenza, dalla seconda media in su si proseguirà con la didattica a distanza. Ma non è tutto: come ricostruito da Bonaccini, il governo ha già provveduto a una norma per chiudere tutto in caso di rischi legati al contagio da Covid-19…
Intervenuto in conferenza stampa, il governatore dell’Emilia Romagna ha spiegato che le regioni ha confermato di ritenere corretta la riapertura delle scuole ma anche precisato che l’esecutivo starebbe lavorando a un provvedimento che «preveda che si riaprano le scuole ma che, se in qualche parte di Italia vi fossero dei rischi epidemiologici drammatici, sia possibile chiudere, in accordo con il ministero della Salute». (Aggiornamento di MB)
SCUOLA, COSA PREVEDE IL NUOVO DECRETO COVID
Il nuovo Decreto Covid approvato ieri dal Consiglio dei Ministri prevede diverse e importanti novità sul mondo scuola, in sostanza confermando la bozza circolata nei giorni scorsi: il provvedimento del Governo Draghi dispone che dal 7 al 30 aprile 2021 sia assicurato sull’intero territorio nazionale «lo svolgimento in presenza dei servizi educativi per l’infanzia e della scuola dell’infanzia, nonché dell’attività didattica del primo ciclo di istruzione e del primo anno della scuola secondaria di primo grado».
Importante novità voluta dal Ministro Bianchi e dal Presidente del Consiglio Draghi riguarda lo “stop” alle ordinanze regionali in merito alla chiusura delle scuole: con questa norma inserita nel Dl Covid, fino al 30 aprile a prescindere dal colore della zona in cui viene inserita la Regione, non potranno essere ammesse deroghe alle regole nazionali. Ergo, i Presidenti di Regione non potranno chiudere le scuole anche se in zona rossa dagli asili fino alla prima media: un cambiamento importante e che segna discontinuità rispetto al recente passato quando le giunte regionali potevano, in casi di aumento contagi e particolari situazioni epidemiologiche, arrivare a chiudere in maniera più stringente delle leggi nazionali.
LE ALTRE NOVITÀ SUL MONDO SCUOLA
Per il resto, il Decreto Covid approvato dal Governo – con validità delle norme dal 7 al 30 aprile 2021 – promuove una conferma delle regole viste già nel Dpcm 2 marzo e Dl Covid 13 marzo: in zona arancione, seconda-terza media e superiori si vedono confermate le norme che prevedono didattica in presenza dal 50% al 75% degli studenti: in zona rossa invece, le attività delle scuole 2-3^ media e superiori avverranno al 100% in Dad. Si attendono novità e maggiori aperture nei prossimi mesi, con il meccanismo inserito dal Governo (su forte spinta del Centrodestra) nel Decreto Covid che prevede «la possibilità entro il 30 aprile di apportare modifiche alle misure adottate attraverso specifiche deliberazioni del Consiglio dei Ministri». Questo significa che settimana dopo settimana, a seconda della situazione epidemiologica, potrebbero avvenire ulteriori aperture anche nel settore scuola con il ritorno in classe anche per gli studenti più grandi.
Sempre il Cdm ha poi approvato una norma nel Decreto Covid che consente «deroghe per lo svolgimento dei concorsi pubblici prevedendo lo svolgimento di una sola prova scritta e una orale, con modalità decentrate. Si prevedono inoltre modalità ulteriormente semplificate (prova orale facoltativa) per i concorsi relativi al periodo dell’emergenza sanitaria e la possibilità a regime per le commissioni di suddividersi in sottocommissioni. È esclusa l’applicazione delle procedure derogatorie per il personale in regime di diritto pubblico. Inoltre, dal 3 maggio 2021 i concorsi riprenderanno in presenza nel rispetto delle linee guida del Comitato tecnico-scientifico». Per la scuola questo significa che il concorso straordinario da 32mila posti può continuare, così come il concorso ordinario per la secondaria di primo e secondo grado (33mila posti) e per primaria-infanzia (13mila posti); da ultimo, proseguirà il concordo per il sostegno (6mila posti) e saranno possibili i rimanenti 4 concordi di prossima pubblicazione per complessivi 93mila posti (ve n’è uno tra questi anche per l’insegnamento della Religione Cattolica).