Gli studenti della generazione Covid sono in grado di stupire e di stupirsi. Avendo fatto esperienza della fragilità, ma soprattutto non censurandola, intercettano il grido che viene da chi ha bisogno. E colgono anche la diversità di una forza attiva e operante nelle persone. Due classi del LES (Liceo economico sociale) di Verbania sono state colpite dall’intervista rilasciata da un noto influencer. Fedez aveva posto l’accento sull’introvabilità degli enzimi necessari a curare le malattie al pancreas. Dalla domanda sull’accesso ai farmaci e sulla povertà sanitaria è così scaturita l’idea di una ricerca. Lo studio è stato suscitato anche dall’avere appreso che il 75 per cento dei principi attivi dei farmaci viene prodotto in Cina e India. E stimolato dalla notizia che l’OMS nel 2023 ha lanciato un avvertimento sul fatto che la carenza di alcuni farmaci è un problema su scala europea.



I ragazzi, per analizzare le problematiche, si sono divisi in gruppi di lavoro. Il primo gruppo ha studiato il lavoro fatto da Telethon, che è la prima charity a produrre e a distribuire un farmaco per la terapia genica di una malattia rara. Sara, Gloria e Samuele hanno intervistato il coordinatore provinciale di Telethon VCO che ha trasmesso loro l’importanza di una vita fatta di impegno e di gratuità. Clarice, Carolina ed Erica hanno contattato, invece, la Fondazione Rava per capire di più l’iniziativa “In Farmacia per i bambini”. L’intervista a Emanuele, un giovane volontario, ha aperto loro un mondo imprevisto di solidarietà e amore. L’ospedale ucraino di Chernivtsi, infatti, è stato supportato dalla Fondazione con la donazione di farmaci raccolti e strumentazioni mediche avanzate. Lucia C., Lucia L. e Valentina hanno conosciuto, invece, grazie a Medici Senza Frontiere l’impegno fattivo affinché anche i Paesi più deboli economicamente possano avere accesso ai farmaci sempre più costosi. Jacopo, Pietro e Anastasia, poi, hanno scoperto grazie a Save The Children l’importanza di donare vaccini per salvare i bambini del Terzo mondo.



Nel mondo dei farmaci, però, non tutto è facile: è necessaria un’attenta vigilanza etica contro lo sfruttamento. Il gruppo costituito da Greta B., Greta C., Iris e Valentina ha perciò studiato il caso Pfizer. Il colosso multinazionale sperimentò nel 1996 un farmaco nella città di Kano su bambini africani, in modo illegale e non autorizzato. Undici bambini morirono e altri 189 restarono sordi, ciechi o con altri danni gravi.

Farmaci e profitto o aiuto alla persona, dunque. In tale questione etica si colloca la scelta controcorrente di Nelson Mandela, che nel 1997 promulgò una legge che permetteva la produzione locale o l’importazione di farmaci a basso costo, ignorando i brevetti delle case farmaceutiche. Mandela voleva garantire l’accesso a farmaci necessari agli ammalati di AIDS del suo Paese. Ben trentanove multinazionali, però, bloccarono l’attuazione della decisione presidenziale. La conseguenza fu che nei tre anni successivi ben 400mila sudafricani morirono di AIDS senza le medicine adeguate.



Nasce perciò una domanda drammatica: ma quante persone ancora, in tutto il mondo, non possono avere farmaci essenziali alla vita?

Di fronte a una questione così grave era necessario un approccio diverso, fatto di umanità e responsabilità per l’altro. Alessia, Giorgia, Oriana e Syria hanno contattato il Banco Farmaceutico di Novara. Giovanni, Lele, Marcella, Paola e altri: adulti vivi e carichi di una proposta di vita. I ragazzi sono rimasti spiazzati e stupiti da quegli adulti, intenti alla Giornata di Raccolta del Farmaco. I loro volti erano l’evidenza di un’azione vissuta insieme per un compito grande. Per rispondere alle tante domande degli studenti hanno fatto un video. Non un messaggio preconfezionato e ben fatto, ma l’evidenza di tante presenze autentiche che ha destato stupore tra tutti i ragazzi ricercatori. Il video curato da Giovanni e i suoi amici novaresi con passione ha contagiato i ragazzi per una ragione fondamentale: il Banco Farmaceutico mette al centro la persona. La passione per l’altro spinge alla ricerca, al lavoro e alla donazione. Gli studenti hanno così promosso, a tutti i livelli, la Giornata della Colletta Farmaceutica del 6-12 febbraio scorso. C’è chi ha fatto, per pubblicizzare la colletta, un meme, chi ha messo il logo della Giornata su Instagram o sul suo stato di Whatsapp o sul suo profilo di Facebook. E c’è anche chi ha donato un farmaco o un po’ del suo tempo come volontario.

La loro ricerca teorica, fatta con impegno e capacità, ha fatto un salto di qualità grazie all’incontro con una realtà viva. Insomma, quando i boomers sono vivi qualcosa accade: i nativi digitali si muovono e imparano di più. Insieme tutti scoprono che la ricerca autentica ha bisogno di vedere una presenza viva.

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