Lasciateci celebrare, una volta tanto, un esempio di scuola che funziona. Di scuola che sa coinvolgere, motivare, emozionare. Che sa unire studenti, ex studenti, professori, collaboratori scolastici, amici. Un sogno? No, un film. O meglio, un cortometraggio, intitolato Una scuola da urlo e realizzato in oltre un anno di lavoro negli spazi dell’Istituto “A. Volta” di Pavia, a partire da un’idea di Dario Molinari, che insegna al Liceo Artistico arti figurative e scenografia e ha scritto e diretto il film. Un lavoro talmente riuscito da essersi aggiudicato, all’ultima edizione dell’Italian Horror Fantasy Fest di Roma, ben quattro premi speciali: il Vespertilio d’oro per miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura e miglior fotografia.
“Una scuola da Urlo – spiega Dario Molinari – è di fatto un omaggio al cinema horror vecchia scuola, spaventoso, ma non troppo. La produzione ha coinvolto più di ottanta persone per oltre un anno. I docenti hanno rivelato abilità insolite nel calarsi nei panni dei mostri horror e gli allievi coinvolti hanno messo in gioco le loro competenze e ne hanno acquisite di nuove, collaborando con tutti coloro che hanno realizzato il film: ex allievi ora professionisti, professori, truccatori, registi e responsabili delle riprese”.
I ragazzi hanno sperimentato il trucco di scena, hanno potuto seguire il lavoro preparatorio degli effetti speciali poi realizzati in post-produzione, hanno partecipato come comparse o come supporto tecnico: gestione delle luci, preparazione scenografica, backstage fotografico e video. “L’avventura è iniziata nell’autunno 2018 – spiega Molinari –, ma il cammino ha conosciuto rallentamenti, non ultimo quello legato all’emergenza pandemica, che ha fortemente condizionato i tempi della post-produzione e la presentazione finale al pubblico”.
Il cortometraggio, d’ispirazione horror, racconta le vicissitudini di una studentessa in procinto di partecipare all’Open Day di un liceo artistico, che invece si trova coinvolta in un pauroso Open Night che la spiazza, la destabilizza e, nel finale, la sorprende. La scelta del montaggio in bianco e nero si sposa con la linea didattico-metodica del noir e dell’horror cinematografico, ma “colora” di nuovo anche gli ambienti e le persone coinvolte, trasformando la scuola in un luogo creativo per eccellenza, coeso e poliedrico, capace di dare corpo alle migliori energie di tutti. “Una scuola aperta di notte – si legge nella nota che ha motivato l’assegnazione dei premi all’Italian Horror Fantasy Fest, lo scorso 4 febbraio – diventa un teatro per far rivivere i mostri classici dell’Universal Studio: Dracula, Frankenstein e l’uomo invisibile insieme a mostri più contemporanei, dagli zombie alla famiglia Addams. Un lavoro ottimamente realizzato all’interno di un gruppo scolastico, con notevoli risultati da parte di tutti i giovani studenti, con l’aggiunta di un entusiasmo contagioso che rapidamente conquista lo spettatore”. E i riconoscimenti del festival romano non sono stati gli unici. Il corto ha anche ottenuto una menzione speciale al Voghera Film Festival e al KZ di Rio de Janeiro, oltre a essere stato presentato al fuori concorso K-Lidoscopi del Festival Cortometratge di Cullera (Valencia).
A far ottenere al film tanti riconoscimenti sicuramente ha contribuito l’originalità della storia: tutto inizia, appunto, in un liceo artistico, dove una malcapitata studentessa affronta un’avventura da brivido mentre si reca alla scuola per prendere parte alle classiche attività organizzate per far conoscere meglio l’istituto ai futuri allievi. Fin dall’arrivo Giada, la ragazzina di 13 anni protagonista del film, si accorge dell’atmosfera sinistra e straniante che la circonda: nel viale del giardino esterno, nella fioca luce del crepuscolo, due figure sinistre stanno scavando una buca. Giunta all’ingresso viene accolta da una coppia di coniugi, che ricordano gli Addams, e un vicepreside dall’aspetto tenebroso e malefico inizia a guidarla lungo i tetri corridoi della scuola, pieni di spaventose sorprese.
I leit motiv horror sono omaggi cinematografici ai personaggi cult di questo genere. La scena clou è il remake della celebratissima sequenza di Shining in cui Jack Torrance (Jack Nicholson) sfonda a colpi d’ascia la porta dell’appartamento dietro cui si nasconde la moglie Wendy. La stessa sorte tocca a Giada, anche lei costretta a barricarsi dietro una porta per sfuggire alla furia di un terribile mostro dal quale, fortunatamente, riuscirà a liberarsi. Sembra tutto vero in questa strana scuola, dove i professori sono mostri e gli allievi zombie, ma proprio quando Giada è vinta dal terrore, la attende un finale spiazzante, tutto giocato su quel confine sottile che separa la realtà dall’immaginazione e dalla sua rappresentazione artistica. Ad arricchire tutta la narrazione, alcune pennellate di satira e ironia, che ancora una volta si rifanno ai classici del genere, come l’evergreen Frankenstein Junior. Un lavoro complesso e corale che si può vedere e rivedere anche su Youtube.
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