Fine anno scolastico. Periodo di scrutini. In ogni classe diversi alunni con debito. In una, in due, anche in tre materie. Il ministero ha messo tanti soldi a disposizione, con esiti diversi da istituto a istituto, per insegnanti tutor e orientatori, che hanno dovuto seguire 50 e più studenti a testa (ragazzi neppure provenienti dalle loro stesse classi) sulla compilazione del capolavoro o sulle attività di orientamento, ma per i corsi estivi di recupero sono rimaste 5 o 6 ore a materia al massimo. Come fa un ragazzo a riprendere quello che non ha capito di due o tre materie in 5 ore, svolte insieme ad altri dieci o più compagni di corso? Deve pagarsi le ripetizioni estive, sicuramente.



Molti affermano che il recupero è inutile. Che si deve fermare il ragazzo a giugno o promuoverlo, puntando sul lavoro dell’anno successivo. Eppure la possibilità del recupero è fondamentale, a certe condizioni: quelle che lo rendono un momento utile e non formale per la persona.

1) Innanzitutto, il recupero non è quasi mai una ripresa di nozioni perdute o non studiate abbastanza. Ciò che va recuperato, nel 90% dei casi, è un approccio alla materia. Come due persone che, non conoscendosi, continuano a considerarsi estranee e lontane tra loro, si guardano con diffidenza e non comunicano. Ecco, il prof di recupero deve fare innanzitutto questo lavoro: cercare di capire quale ostacolo, quale muro, quale velo ci sia fra il ragazzo e la materia e cercare di abbatterlo.



A volte quello che sembra uno steccato insormontabile in realtà poi è una sottile patina che si può togliere via con un soffio. A volte con un gesto o un apprezzamento di stima verso il ragazzo stesso.

2) Il recupero va fatto da un docente diverso dal professore che ha insegnato la materia allo studente in questione per tutto l’anno. Spesso la non ricezione di una materia dipende dalle modalità di spiegazione o, spesso, dal temperamento stesso dell’insegnante. Per questo un cambio di volto può rivelarsi talvolta molto efficace.

3) Non va mai assegnato il recupero di una materia in modo generico e assoluto. Il docente che ha seguito il ragazzo per un anno deve saper indicare con precisione gli argomenti, i moduli, le competenze in cui il ragazzo ha fatto fatica, in modo da indirizzare e instradare il prof che deve aiutarlo a colmare le sue lacune.



4)Per le ragioni suddette, il recupero sarà tanto più efficace se si svolgerà con il singolo studente e non con gruppi numerosi. Ogni ragazzo ha le sue problematiche e i suoi modi di comprendere specifici e personali.

5) Come già accade in tanti istituti, è preferibile che il recupero diventi sempre più una possibilità permanente per tutta la durata dell’anno scolastico, attraverso i cosiddetti “sportelli” a cui un ragazzo può rivolgersi quando ne vede il bisogno, potendo usufruire di un aiuto costante che lo rimetta in strada e al pari con il livello della sua classe.

La bontà di una proposta educativa non è data soltanto dall’efficacia immediata delle lezioni curricolari, ma soprattutto dalla capacità di una scuola di riprendere e sostenere chi è più in difficoltà e di aiutare chi cade a rialzarsi per diventare più forte e sicuro delle proprie possibilità.

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