Daniele era arrivato al centro con un volto cupo. Alla segretaria che gli aveva chiesto cosa avesse, aveva risposto in malo modo “niente” ma era evidente che stava mentendo. Era però meglio lasciarlo stare quando era così rabbuiato.
Ad Antonio poi aveva raccontato di un’interrogazione in cui aveva preso la sufficienza, però non era andata come lui aveva sperato. Antonio aveva cercato di spiegargli che comunque lui aveva fatto quanto dovuto e quindi doveva essere contento perché aveva dato il massimo, poi, si sa, i voti dipendono da diverse circostanze.
“No!” aveva risposto con rabbia Daniele. “Questo voto mi rovina la media, io dovevo prendere almeno 8 per tenere il livello. E poi è un voto ingiusto, il mio compagno che ha risposto meno di me ha preso il mio stesso voto, le sembra?”
“Ma tu studi per il risultato?” gli aveva chiesto Antonio, evidentemente aspettandosi la risposta che meritava. Invece Daniele a sorpresa aveva detto in tono convinto che lui voleva raggiungere una votazione alta.
“Prendessi io sei e mezzo!” si era intromesso Luigi, ricevendo da Daniele un bel “vai al tal paese” senza alcuna aggiunta.
Antonio aveva capito che era meglio cambiare argomento e quindi aveva chiesto a Daniele se avesse qualcosa di importante da fare.
“Sì, c’è una cosa da consegnare per domani e che io non sono in grado di fare” aveva risposto Daniele e aveva preso il diario dalla borsa per leggere il lavoro che doveva presentare il giorno dopo.
Antonio aveva letto la consegna e aveva guardato Daniele facendo una smorfia interrogativa: “Non capisco dove sta il problema, il tuo prof ti chiede di esprimere il tuo parere sulla guerra in Ucraina.”
“Questo l’ho capito” aveva ribattuto Daniele facendo intendere che lui non era stupido.
“E allora svolgilo!”
“Ma il prof mi chiede di confrontarmi con due testi che io non capisco proprio! Me li può spiegare?”
Antonio aveva capito e allora si era messo a leggere con Daniele i due testi che affrontavano la questione della guerra in Ucraina.
“Ora hai capito?” aveva chiesto Antonio, e all’ennesimo “no” aveva ripreso dall’inizio commentando i due scritti così che Daniele capisse che nel primo si affermava che la guerra scatenata da Putin era giustificata da anni di persecuzione da parte dell’Occidente dell’Ucraina ai danni dell’Oriente, mentre nel secondo si diceva che esiste un diritto internazionale che deve essere sempre e comunque rispettato.
“Ora devi esprimere la tua idea” aveva concluso Antonio.
“La mia idea? Questo prof ogni volta vuole che io dica come la pensi! Perché? Non gli basta che gli riassuma i testi, vuole sempre la mia idea!” e mentre lo diceva era evidente che riteneva faticoso e inutile esprimere il suo pensiero.
“E poi cosa posso dire io, un ragazzo di quindici anni, su una questione così complicata?” aveva detto Daniele sperando di ottenere l’appoggio di Antonio, cosa che non era avvenuta.
“Guarda che fa bene il tuo prof a chiedere il tuo giudizio, perché non devi fermarti a fare un riassunto, sulle cose devi imparare a ragionare, tanto più su un dramma come questa assurda guerra.” Antonio era stato deciso e aveva sollecitato Daniele a usare la ragione per essere protagonista del rapporto con la realtà.
“Non so cosa dire” aveva scosso la testa Daniele. “Non so da che parte cominciare e che cosa sottolineare. E poi il mio giudizio cosa serve? Non è che fermi la guerra!”
“Neanche il mio!”
“Allora non diamolo!”
“Non fermerà la guerra, però in te la ferma e chissà da questo cosa può accadere” aveva ribattuto Antonio certo di quanto stava dicendo.
“Come fa a pensare una cosa simile?” aveva allora chiesto incuriosito Daniele.
“Un giudizio è il primo modo di fermare la guerra che nasce proprio perché non vi è giudizio” aveva risposto Antonio fissando negli occhi Daniele che ad un certo punto li aveva abbassati.
“Cioè?”
“Bisogna che impariamo di nuovo ad usare cuore e ragione, in questo modo fermiamo la guerra” aveva ribadito Antonio. Daniele, questa volta, lo ascoltava più attento.
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