Anche quest’anno siamo prossimi all’appuntamento annuale con le prove Invalsi che generano più di qualche apprensione nei docenti e negli studenti.
Essendo ormai svincolate dalla cosiddetta valutazione “scolastica” non impensieriscono come esito per l’anno scolastico in corso, ma per la lettura dei dati che avverrà verosimilmente a luglio prossimo.
La tendenza di questi ultimi anni è che tanti studenti in diverse aree geografiche d’Italia non raggiungono le competenze auspicate per livello ed età e generano preoccupazione sull’efficacia delle attività svolte e i progetti avviati per colmare le lacune evidenziate.
Il ministero mette a disposizione fondi per avviare azioni di recupero per scongiurare il pericolo di dispersione e abbandono e per offrire contributi contro il divario territoriale.
Le ultime risorse (incluse ancora nel PNRR) sono state erogate tramite l’Agenda Nord e prevedono per i prossimi due anni numerose azioni finalizzate al superamento dei divari territoriali. Gli esiti delle prove Invalsi comprovano la necessità di questi interventi ed è doveroso attivare quanti più processi possibile.
Le risorse vengono assegnate direttamente alle istituzioni scolastiche secondarie di primo e di secondo grado, individuate con criteri oggettivi e trasparenti per le scuole che abbiano registrato i più alti tassi di fragilità negli apprendimenti. Sono proprio i dati Invalsi a fornire indicazioni precise sulle aree considerate a rischio dispersione. Vengono inoltre considerati i casi di abbandono nella fascia di età 18-24, la presenza di alunni stranieri e i dati di contesto (istruzione familiare e dati socio-economici).
Viene offerto un vasto quadro di programmi e iniziative specifiche che prevedono l’acquisizione delle competenze di base ed azioni di mentoring, counselling e orientamento rivolto non solo agli studenti ma anche alle famiglie con il coinvolgimento di figure professionali per il supporto psicologico.
Si intende affrontare la problematica della dispersione e dell’abbandono individuando le fragilità all’interno delle singole scuole con un intervento massiccio e dedicato anche agli aspetti socio-educativi, ad azioni motivazionali e di orientamento.
Individuare i destinatari di tali azioni è compito del team antidispersione (formato da docenti) che collaborano con il dirigente scolastico promuovendo l’importanza della cultura delle pari opportunità e dell’inclusione.
All’interno delle classi si evidenziano i fattori di maggiore rischio: le assenze numerose non sempre giustificate, lo scarso interesse per gli argomenti proposti e la non partecipazione delle famiglie al dialogo educativo. I soggetti più fragili sono quelli più volte ripetenti che perdono inevitabilmente aderenza con la comunità-classe e vivono la scuola come una fatica inutile e poco entusiasmante a fronte di altri interessi e abilità che ritengono maggiormente attrattivi.
Il coinvolgimento delle famiglie è quanto mai opportuno, in quanto la difficoltà più grande di alcuni genitori è proprio quella di essere efficaci nel motivare i figli allo studio soprattutto dopo gli insuccessi e le ripetenze; sono i primi ad arrendersi e a giustificare le scelte di abbandono dei figli, ritenendoli più idonei a percorsi operativi e all’entrata prematura nel mondo del lavoro.
Si assiste sempre di più ad un divario culturale che spinge alcune famiglie a non credere nell’istituzione scolastica e a svilire l’importanza della cultura e dello studio a favore di un ingresso anticipato nelle attività lavorative, non solo per motivi economici ma per scelta preconcetta. Non a caso i ragazzi con una famiglia alle spalle, coinvolta nel progetto educativo, presentano meno difficoltà e percorsi maggiormente orientati al successo scolastico.
L’Agenda Nord ha lo scopo di rispondere in modo capillare a questa “emorragia” lenta ed inesorabile del sistema scuola con azioni di contrasto suddivise in specifiche tipologie: percorsi di potenziamento delle competenze di base, di motivazione e accompagnamento, di mentoring ed orientamento e laboratoriali extracurricolari. Tutti gli interventi sono organizzati singolarmente o per piccoli gruppi. Questo enorme investimento cerca di raggiungere i singoli casi e costituisce un’opportunità troppo importante per lasciarsela sfuggire.
Le lamentele dei docenti per la qualità dell’interesse e della partecipazione degli studenti alle lezioni per i sempre più diffusi atteggiamenti irrispettosi e inadeguati verso compagni ed adulti di riferimento trovano finalmente l’occasione per diventare motivo di impegno per tentare di operare un cambiamento efficace e sperimentare nuove strategie in sintonia con famiglie e territorio.
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