La didattica digitale a distanza, attivata a più livelli con i dubbi e le perplessità di efficacia formativa degli attori del processo, si inserisce in una realtà formativa italiana che necessita da tempo di un processo di profonda innovazione delle metodologie didattiche che individuano anche un ruolo differente del docente come promotore di saperi che integrano soft skills e cognitive skills.
Le scuole e le università in tutti i contesti internazionali si sono trovate di fronte alla sfida di ideare ed attivare in tempi brevi equilibrate azioni di ricerca-azione utilizzando la didattica a distanza come unica od integrata modalità comunicativa. Riflettiamo sul fatto che le efficaci azioni didattiche si verificano quando l’evoluzione formativa richiesta è percepita a più livelli come necessaria e non solo come urgenza emergenziale, attivando approcci metodologici che non si limitano a seguire procedure predefinite. Non dunque didattica digitale a distanza che sia limitata a lezioni trasmissive, ma didattica a distanza concepita come un’opportunità per formare con attività integrate e differenziate, mantenendo vive le relazioni educative con gli studenti.
Il rischio è che si tenda attualmente a considerare l’operato formativo di insegnamento ed apprendimento Dad digitale a distanza una prevalente attivazione di lezioni sincrone davanti ad uno schermo o poco più, caratterizzate da parcellizzazioni culturali. Il semplice trasferimento delle modalità di insegnamento in presenza nelle lezioni sincrone a distanza incentiva poco gli studenti ad un’attiva partecipazione se non è integrato da fasi di innovative attività asincrone, realizzate da giovani protagonisti del ricercare, creare ed elaborare.
Nonostante le diffuse difficoltà di accesso alle reti e la mancanza di una diretta relazione educativa e sociale in presenza, l’attuale inaspettato vissuto scolastico consente comunque di elaborare e realizzare proposte di didattica a distanza nell’ottica di un sapiente e ragionato utilizzo delle reti di informazioni. Non serve la ricerca di una forzata modernità per l’efficacia educativa della didattica digitale a distanza, ma una innovazione metodologica per coinvolgere tutti gli studenti anche in modalità smart working, attivando il motore motivazionale per efficaci apprendimenti.
Durante il lockdown della primavera 2020 i primi tentativi, sia a scuola che in università, di provare a registrare le lezioni, utilizzando il materiale precedentemente preparato per poi fornirlo agli studenti in Dsd, è stato per molti docenti quasi drammatico: troppo impersonale, troppo distante da quello che normalmente si realizza a lezione. In particolare quando siamo a lezione cerchiamo sempre lo sguardo dei ragazzi, di capire se hanno compreso quello che è stato spiegato. Spesso gli studenti non fanno domande, ma anche lo sguardo di una sola persona ci permette di capire come sta andando la lezione. Registrando la lezione tutto questo non si ha e quindi la lezione perde di mordente, perde di personalità.
Per tale motivo si è passati all’erogazione delle lezioni in maniera sincrona per cercare di stabilire un contatto diretto con i ragazzi. I soliti problemi tecnici hanno reso per tutti i docenti l’iter un po’ complicato, ma alla fine è stato possibile avviare le prime videolezioni senza sapere bene come sarebbe stato il risultato.
I ragazzi in questi primi incontri hanno iniziato a lasciare accese le telecamere ed i professori sono entrati in modo virtuale nelle loro case per parlare di scienza. Sarebbe sempre importante conoscerli prima nell’ambito di un nuovo corso universitario e sicuramente meglio se riferito alle classi prime delle scuole secondarie superiori, per interagire con il docente in maniera adeguata durante l’insegnamento a distanza.
Dopo quasi un anno di insegnamento non in presenza, narrazioni diffuse sostengono che le esperienze di erogare la didattica a distanza presenta delle grosse limitazioni, in primis la mancanza di un’interazione diretta docente/studenti, ma fortunatamente offre anche nuove opportunità.
È infatti possibile realizzare una bacheca virtuale per ogni insegnamento dove pubblicare alcune notizie, caricare il materiale didattico, e poco più. La necessità di dover utilizzare una piattaforma con la quale svolgere tutte le lezioni permette invece di avere un vero e proprio spazio di condivisione con gli studenti. Nella classe grazie alla creazioni di chat è possibile registrare la lezione, caricare il materiale didattico, segnalare siti internet interessanti facilmente accessibili con un click del mouse, caricare filmati e molto altro.
Gli studenti vedono quando il docente è online, e dato forse un minor imbarazzo dovuto alla loro dimestichezza con i sistemi di comunicazione “social” si sentono più liberi di scrivere e interagire con gli insegnanti. Grazie a questa tecnologia è possibile approfondire alcune tematiche con gli studenti interessati in una maniera che prima era difficile. Riteniamo che soprattutto dalla scorsa primavera, la necessità e l’obbligo di rimanere nelle proprie abitazioni abbia facilitato questo tipo di interazioni, e pensiamo però che anche con le lezioni in presenza sia efficace poter utilizzare ancora la piattaforma virtuale per interagire con gli studenti.
Un’altra possibilità, esplorata soprattutto in ambito accademico, è stata quella di offrire loro lezioni extra a “tema libero”. Sia nelle università che nelle scuole secondarie superiori è possibile inoltre discutere di differenti aspetti culturali, fare alcuni esempi pratici per l’utilizzo di database, guardare filmati o webinar insieme, oppure rispondere a domande sul percorso didattico. Tutto questo sarebbe stato più difficile in tempi “normali”, anche data la necessità di prenotare aule specifiche. L’aula virtuale è sempre disponibile e si può programmare una attività il giorno prima, scrivendo un semplice messaggio sulla chat.
La facilità con cui si possono condividere le informazioni grazie all’utilizzo dei tools per la didattica a distanza ha quindi sicuramente aiutato. I contenuti delle lezioni e anche il modo di proporli in una lezione tenuta in presenza e in una online è differente, soprattutto per la prevalente unidirezionalità dell’insegnamento. Spesso si comunica agli studenti senza potere percepire realmente quante delle parole e i concetti espressi stiano realmente arrivando agli studenti e se loro abbiano capito. Sicuramente ogni tanto ci sono momenti nei quali si chiede loro se ci sono domande, ma nella maggior parte dei casi non si ricevono risposte, ed in quelle occasioni c’è un po’ di imbarazzo. Nonostante questo, con un numero limitato di studenti c’è anche la possibilità di approfondire alcuni argomenti o fornire chiarimenti in momenti differenti dalla lezione anche in incontri personalizzati.
Laddove le lezioni teoriche si possono tenere facilmente online è sicuramente più complicato fare le attività di laboratorio. Fortunatamente però la rete internet è ricca di risorse. YouTube è una piattaforma in cui si possono trovare moltissimi tutorial su come eseguire esperimenti oppure che illustrano le tecniche di laboratorio. I docenti hanno però modo di prepararsi sia registrando essi stessi le attività dei laboratori, sia fornendo lezioni a distanza direttamente dal laboratorio ed eseguendo gli esperimenti insieme agli studenti. La possibilità di video registrare l’attività di laboratorio permette agli studenti di rivederli varie volte e quindi di potere approfondire gli argomenti senza perdere alcuni importanti dettagli. Ovviamente, non appena rientrati nei laboratori con tutti gli studenti in presenza, si può tornare ad eseguire le esercitazioni pratiche, però le attività documentate permetteranno agli studenti di cogliere tutti gli aspetti dell’attività, quindi migliorando l’erogazione degli insegnamenti futuri.
Concludiamo riflettendo sui risultati positivi che gli studenti delle scuole secondarie superiori e delle università, se guidati, seguiti e motivati in attività integrate di insegnamento digitale a distanza arrivano a raggiungere anche con una differente relazionalità docente-studente, che può creare condizioni di serenità operativa rispetto ad una strana “normalità sanitaria” di classe in presenza. L’insegnamento in didattica digitale a distanza può dunque essere individuato come opportunità o sfida didattica e culturale per essere docenti oggi nel realizzare un nuovo modo ragionato di insegnare, oltre la lezione sincrona e gli iniziali timori di accoglienza, diffidenza operativa, considerato solo una temporanea necessità emergenziale.
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