«Il Ministero dell’istruzione ha convocato per domani 4 giugno il tavolo per la riapertura di settembre»: così il Ministro Lucia Azzolina annuncia per il pomeriggio di domani l’importante vertice allargato a Palazzo Chigi dove discutere di tutti i nodi ancora rimasti irrisolti nel complesso mondo Scuola dopo le riaperture e la nuova fase 3 inaugurata oggi. Per il Presidente del Consiglio, che oggi anticiperà qualche tema nella conferenza stampa alla nazione, sarà l’occasione importante di dirimere i punti irrisolti e il gran caos che Governo il Miur in attesa di approvare definitivamente il Decreto Scuola in Parlamento nelle giornate. «Ho chiesto un tavolo allargato, convocato per domani pomeriggio, per definire insieme l’avvio dell’anno scolastico 2020-2021. Ringrazio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che presiederà l’incontro a cui parteciperanno Enti locali, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Protezione Civile, Comitato tecnico-scientifico del Ministero della Salute, Sindacati, Forum nazionali delle associazioni studentesche, dei genitori, delle scuole paritarie, della Federazione italiana per il superamento dell’handicap», scrive ancora la Azzolina su Facebook chiedendo la partecipazione di tutti perché il tema e l’urgenza impongono scelte condivise il più possibile.



SCUOLA, TUTTI I NODI ANCORA IRRISOLTI

«Ognuno farà la sua parte in questa sfida che ci vede impegnati con un obiettivo comune: tornare fra i banchi di scuola a settembre, in sicurezza» conclude l’annuncio sul tavolo di domani a Palazzo Chigi la titolare dell’Istruzione, più volte contestata nei giorni scorsi per non essere riuscita a raggiungere punti chiari sul mondo Scuola a meno di due settimane dall’inizio della Maturità 2020 e con pochi mesi per impostare un piano concreto sulle riaperture. L’incontro di oggi con il Governo cercherà invece di dirimere questi punti irrisolti, ma la situazione non è per nulla semplice: per quanto riguarda gli Esami di Stato – già dimezzati e di fatto solo con una prova orale in presenza per chiudere il ciclo di scuola dell’obbligo – manca il 41% dei Presidenti di Commissione e non si può rimandare il problema iniziando la Maturità il prossimo 17 giugno. Mentre è in corso un braccio di ferro importante tra sindacati e Governo sullo sciopero del mondo scuola il prossimo 8 giugno (revocato dalla Commissione di Garanzia ma confermato dalle sigle nazionali), altro fronte di scontro è la riapertura a settembre: ad oggi manca un piano condiviso chiaro, con tante ipotesi (didattica a distanza, turni, mascherine in classe) ma finora nessuna convincente.



LE DOMANDE DEI PRESIDI

La Azzolina ha già promesso «stop alla didattica a distanza con linee guida e un pacchetto di strumenti». Ma sarà poi «ogni scuola a dover declinare come far ripartire l’ anno». Il n.1 dell’Associazione Presidi Antonello Giannelli ha posto alcune semplici domande che non possono essere eluse dal vertice di domani: «Dobbiamo mantenere lo stesso livello di servizio degli anni precedenti? Dobbiamo fare ore di 60 minuti, di 40 o basta mezz’ ora? Se ho 50 classi e le devo dimezzare mi devono dare 50 luoghi dove sistemare i miei studenti. Non possono pensare che il dirigente vada a bussare alle porte di un museo o di un oratorio. Si parla di spazi aperti, ma quando pioverà e farà freddo? Le soluzioni vanno indicate. Non basta chiedere il distanziamento dobbiamo avere gli strumenti per mettere in pratica quelle indicazioni». Secondo ancora il presidente Anp, si trascura il tema della aggregazione che per la scuola è fondamentale: «Occorre stravolgere le fondamenta stesse del modo di fare scuola e non possono dire ai presidi: arrangiatevi. Ma perché allora negli altri Paesi a scuola sono già tornati? La logistica. Gli edifici scolastici italiani sono antichi, non sono flessibili – conclude – Ma ad esempio avete visto gli istituti danesi? Parchi, palestre, aule sterminate, spazi, laboratori. Certo che sono tornati a scuola».

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