Mario Draghi pare non abbia preso “benissimo” la decisione presa notte tempo dai suoi due Ministri della Salute e dell’Istruzione – segnatamente Roberto Speranza e Patrizio Bianchi – in merito al ritorno della Dad a scuola.

I fatti sono noti e hanno reso “infuocate” le ultime 12 ore sull’asse Miur-Ministero Salute-Palazzo Chigi: visto il rialzo dei contagi e l’arrivo in Italia della variante Omicron (ancora tutta da scoprire per effetti e conseguenze, ndr), dopo un incontro lunedì pomeriggio tra Regioni e esperti dei ministeri, il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza ha firmato una nuova circolare insieme al direttore del Miur Jacopo Greco. In pratica si sconfessava il protocollo (faticosamente raggiunto) nei mesi scorsi su quarantene, tamponi e Dad a scuola: «tutti a casa con anche un solo contagiato positivo in classe», è stata la notizia subito filtrata dopo la circolare approvata da Speranza e Bianchi. Succede però che nella mattina di martedì il testo arriva sulla scrivania di Mario Draghi a Palazzo Chigi e qui, pare, che la reazione del Premier sia stata tutt’altro che positiva: «non è stato semplice per il ministro della Salute Roberto Speranza e per il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi affrontare il presidente del consiglio Mario Draghi», riporta il retroscena oggi sul “Corriere della Sera”. Il Presidente del Consiglio ha chiesto e preteso ai due Ministri di fare dietrofront: se infatti fosse entrata in vigore la circolare di Speranza e Bianchi, nel giro di pochi giorni migliaia di studenti italiani sarebbero dovuti finiti in didattica a distanza.



LE NUOVE REGOLE SULLA SCUOLA (CHE POI SONO QUELLE VECCHIE)

Con un parere affidato al coordinatore del Cts Franco Locatelli, e con l’intervento deciso del commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo – che ha garantito più risorse per i tracciamenti – è stata cancellata la vecchia circolare con una nuova. «La scuola in presenza resta una priorità», ha ribadito nelle scorse ore Draghi a tutto il Governo (fonte “CorSera”). Per superare le varie criticità nel tracciamento, Draghi ha messo a disposizione della Asl la struttura commissariale del generale Figliuolo che interverrà per aiutare dove è necessario nel gestire i tamponi con tempestività. Sul ritorno alla Dad e alle misure del Governo Conte-2, però, Draghi l’ha escluso in ogni modo facendo palesare non poca irritazione (pare). A conferma dell’attrito in maggioranza, nei giorni in cui tra l’altro sono fitti i colloqui con il Premier e i partiti per gli emendamenti sulla Manovra (oggi il terzo e ultimo giorno di consultazioni, ndr), è Matteo Renzi ad intervenire con un tweet eloquente: «La decisione sbagliata di qualche ministro rischiava di far precipitare le scuole di nuovo nell’incubo Dad. Ha fatto benissimo il presidente Draghi a intervenire con forza e intelligenza. Sì al vaccino e al Greenpass, no alla Dad che costituisce un vero e proprio disastro educativo». E così viene ribadito nella nuova circolare (attesa ancora la pubblicazione, ndr), «Solo chi va in isolamento farà didattica a distanza, la classe continuerà in presenza». Restano dunque in vigore le “vecchie” regole, ovvero in Dad si finisce:



con un solo positivo in classe per i bambini fino a 6 anni
con due positivi per gli alunni da 6 a 12 anni (In caso di un solo positivo, la classe farà il tampone e se tutti risultano negativi si torna a scuola. Il tampone va ripetuto a distanza di 5 giorni)
con tre positivi per alunni dai 12 anni in su (Solo i non vaccinati restano a casa dal secondo contagiato, come prevede la circolare dell’11 agosto).

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